martedì 28 ottobre 2014
Oggi c'è un motivo, per non smettere di sperare in questa Italia. E il motivo si chiama Laura. O forse Lorenza, Liliana. Certe volte i nomi non contano. Quello che conta, quello che spiazza più di tutto, è il coraggio che una ragazza di Napoli mostrerà al mondo entrando nell'Aula magna dell'Università Federico II con la sua carrozzina, completamente paralizzata e muta, per ricevere il suo titolo di laurea. In Matematica.Non lo potrà mai dire a nessuno, quanto gli è costato combattere tutta la vita contro la tetraparesi spastica e negli ultimi sei anni anche con gli integrali e le disequazioni. Da una parte la paralisi che inchioda corpo e lingua, dall'altra la volontà incontenibile di far correre il cervello. Non potrà ponderare le parole, e sentirle spezzare dalla commozione, ringraziando i suoi genitori per non averla mai abbandonata, i docenti per averle permesso di essere lì nonostante tutto. Ma i suoi occhi, oggi, dicono tutto.È grazie a un'incredibile rete di appoggio che si è attivata tra casa e università che Laura è arrivata fin qui. Un professore che si prende a cuore il caso, un centro di ateneo dedicato agli studenti con disabilità anche gravissime, una psicologa e un'assistente di comunicazione. E poi un protocollo inedito per gli esami, con domande a risposta “semplificata” (non nei contenuti, ovviamente, ma nella forma). Il resto l'ha fatto Laura, con la sola forza di volontà e lo sguardo. Potesse finire in prima pagina, per dire a tutti i giovani che c'è futuro. Nonostante tutto.
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