Obama da Fazio e il "tempo" splende
martedì 9 febbraio 2021
Uno scoop è uno scoop e chi lo fa si guadagna l'invidia degli altri. Per cui anche una critica televisiva può risentirne. Premesso questo, riconosciamo a Fabio Fazio e al suo Che tempo che fa (la domenica dalle 20,00 a mezzanotte su Rai 3) di aver fatto un grande colpo con l'intervista a Barak Obama, la prima rilasciata in esclusiva a una televisione italiana. Non sappiamo se la Rai abbia pagato per avere in collegamento l'ex presidente degli Stati Uniti o se l'accordo fosse solo la promozione dell'autobiografia Una terra promessa, edita in Italia da Garzanti. Lasciamo per il momento le polemiche ai social. Certo è che Fazio per gran parte dell'intervista ha dovuto tenere un braccio in posizione molto poco naturale per mettere la copertina a favore di telecamera e non ha risparmiato superlativi ogni volta che nominava il libro. Ma ci può stare. L'importante resta lo scoop per il quale, con molta onestà, il conduttore ha riconosciuto pubblicamente gran parte del merito a Monica Tellini, di Endemol, la società di produzione televisiva che realizza il talk show. E poi, va detto, è stata una buona intervista, di oltre mezz'ora, che sulla scia del libro ha alternato temi impegnativi ad altri più leggeri, storia e quotidianità, spaziando dal valore della democrazia a come si dorme alla Casa Bianca. Obama ha risposto in modo serio o colloquiale a seconda del tema, ma sempre tempestivo e coinvolgente grazie a un ottimo collegamento da Washington gestito con due telecamere e grazie anche a una traduzione simultanea rapida e precisa, anche se la voce del traduttore, purtroppo, non era granché e non avrebbe in ogni caso reso timbri e cadenze dell'intervistato. Ascolti di gran lunga sopra la media del programma con un picco vicino ai 5 milioni di telespettatori. In quanto a Fazio, sentirsi chiamare Fabio da Obama lo ripaga degli insulti a volte ricevuti e fa schiattare i colleghi. Poco importa pertanto se alla fine il "Tavolo" è un po' fiacco e il conduttore allenta la tensione al termine della sua domenicale maratona di quattro ore.
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