![«Romagna mia... cantano i giovani volontari venuti da tutta Italia mentre spalano il fango», commenta Gioba alludendo alle immagini che tutti i telegiornali hanno mostrato. «In quel “mia” non c'è possesso ma interesse e responsabilità. Il Signore mi fa sentire “mia” la difficoltà del prossimo, “mio” il suo bisogno al quale rispondere...». «Romagna mia... cantano i giovani volontari venuti da tutta Italia mentre spalano il fango», commenta Gioba alludendo alle immagini che tutti i telegiornali hanno mostrato. «In quel “mia” non c'è possesso ma interesse e responsabilità. Il Signore mi fa sentire “mia” la difficoltà del prossimo, “mio” il suo bisogno al quale rispondere...».](https://www.avvenire.it/c/2023/PublishingImages/f1f3dbce8eab4d27b37592c94e56af37/348243687_1020299685618476_5713441673299842027_n.jpg?width=1024)
«Romagna mia... cantano i giovani volontari venuti da tutta Italia mentre spalano il fango», commenta Gioba alludendo alle immagini che tutti i telegiornali hanno mostrato. «In quel “mia” non c'è possesso ma interesse e responsabilità. Il Signore mi fa sentire “mia” la difficoltà del prossimo, “mio” il suo bisogno al quale rispondere...». - https://www.facebook.com/giovanni.berti
Pare incontenibile, in questo giorni, la vena con cui Gioba (alias don Giovanni Berti), presbitero e vignettista di Verona popolare nell’infosfera ecclesiale, sta accompagnando le popolazioni del bolognese e della Romagna colpite dall’alluvione. Ha già pubblicato cinque tavole e raccolto, sul suo profilo Facebook, più di 2mila reazioni. C’è l’angioletto che, indispettito, regge al cospetto del Padreterno un assistente vocale che ripete: «Manda pioggia».
C’è l’arca di Noè sotto il diluvio mentre un voce dal Cielo mette le mani avanti: «Ma solo per questa volta sarà colpa mia». C’è Gesù che esorta il riluttante Pietro a incamminarsi sulle acque: «Sbrigati che ci aspettano in Romagna». C’è ancora il Padreterno che, sopra le nubi, risponde all’invocazione «Aiutaci!» che sale dal basso aprendo un ombrello al contrario per contenere la pioggia.
![sotto alla vignetta dell’ombrello il testo dice: «...le mani che spalano il fango sono una preghiera così come quelle che si alzano al cielo per chi è colpito dal disastro… e anche Dio non rimarrà certo con le mani in mano...». sotto alla vignetta dell’ombrello il testo dice: «...le mani che spalano il fango sono una preghiera così come quelle che si alzano al cielo per chi è colpito dal disastro… e anche Dio non rimarrà certo con le mani in mano...».](https://www.avvenire.it/c//2023/PublishingImages/f1f3dbce8eab4d27b37592c94e56af37/348250095_252856723958941_8309212862478026152_n.jpg)
sotto alla vignetta dell’ombrello il testo dice: «...le mani che spalano il fango sono una preghiera così come quelle che si alzano al cielo per chi è colpito dal disastro… e anche Dio non rimarrà certo con le mani in mano...». - https://www.facebook.com/giovanni.berti
Come sempre, al Gioba disegnatore, che inscena la nostra incapacità di prendere sul serio il Dio di Gesù Cristo e il Vangelo, si accompagna il Giovanni Berti prete e scrittore, che insegna appunto come prenderlo sul serio, anche davanti a un dramma di questa portata. Così sotto alla vignetta dell’ombrello il testo dice: «...le mani che spalano il fango sono una preghiera così come quelle che si alzano al cielo per chi è colpito dal disastro… e anche Dio non rimarrà certo con le mani in mano...».
E sotto il disegno di Gesù e Pietro: «Le acque nella Bibbia rappresentano il caos e il male. Possiamo camminare su queste acque come Gesù se ci riprendiamo cura gli uni degli altri, se soccorriamo con generosità e coraggio chi ha bisogno».
Ma la vignetta che ha raccolto il maggior numero di consensi, oltre 700 senza contare quelli sul gruppo pubblico Facebook “Gioba.it sorrisi e pensieri evangelici” e sul profilo Instagram “giobacomix”, è quella in cui a un tale che prega devotamente: «Oh Signore, dimmi cosa devo fare per l’alluvione in Romagna», dal Cielo, con un «Tò», gli arriva tra le mani un badile. «Romagna mia... cantano i giovani volontari venuti da tutta Italia mentre spalano il fango», commenta Gioba alludendo alle immagini che tutti i telegiornali hanno mostrato. «In quel “mia” non c'è possesso ma interesse e responsabilità. Il Signore mi fa sentire “mia” la difficoltà del prossimo, “mio” il suo bisogno al quale rispondere...».