Non per essere perfetti ma per calarci in Dio
mercoledì 1 novembre 2017
Siamo tutti “santi”, perché tutti noi portiamo dentro la scintilla di Dio. La radice divina è ciò che ci lascia inquieti anche davanti ai nostri più grandi successi, perché sentiamo che ciò che viviamo non vale se non ci permette di alzare lo sguardo verso l'infinito. I santi inseriti nelle liste ufficiali e riconosciuti dalla Chiesa non sono altro che dei segnali sul percorso da seguire non per diventare “perfetti” ma per immergerci nella vita di Dio. È questo in fondo il senso del Battesimo: la totale “discesa” nel cuore di Colui che ci ha creati. Un destino che abbraccia l'intera umanità di ogni epoca e supera ogni nostro limite. Ecco perché la celebrazione dei santi in questi giorni si accompagna al ricordo dei defunti: la loro vita non è finita, ma è stata trasformata e di ciò che hanno compiuto rimane solo la verità. Nel caso dei santi questa verità è la realizzazione perfetta della comune vocazione umana a essere creature divine.
Letture. Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1 Gv 3,1-3; Mt 5,1-12.
Ambrosiano. Ap 7,2-4.9-14; Sal 88; Rm 8,28-39; Mt 5,1-12a.
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