sabato 22 marzo 2014
Segnatevi l'indirizzo: Piacenza, viale Dante 114. Al secondo piano, ma questo ve lo dicono anche al citofono. Quale nome? Gabriele Dadati, un giovane scrittore che ha deciso di trasformare la sua collaborazione con l'artista Davide Corona in un esperimento decisamente anticonvenzionale. Una mostra in una casa privata, fin qui niente di strano. Ma il fatto è che [polvere] (il titolo va scritto così, minuscolo e tra parentesi quadre) resterà aperta 24 ore su 24 da lunedì 31 marzo a domenica 6 aprile. Una settimana intera, durante la quale Dadati accoglierà nel suo appartamento chiunque abbia il desiderio di ammirare le opere di Corona. Anche a notte fonda, certo. Che in tutto questo ci sia una dose di provocazione lo dichiarano per primi i diretti interessati: convinti di vivere in una società attraversata da barriere e intermediazioni, non ci siamo resi conto che in alcuni ambiti, come quello dell'arte, i muri sono caduti da tempo. Corona mette a disposizione tre opere, tutte variamente ispirate al tema della trasformazione e della dispersione. E Dadati fa entrare queste opere in casa sua, diventandone parte. Insieme i due hanno anche realizzato un libro d'artista, che si ispira all'esperienza dell'editoria cartonera, grazie alla quale i materiali di scarto si trasformano in supporti per meraviglie tipografiche. La sfida vera, però, è un'altra: capire quanti avranno voglia di suonare quel citofono, facendo cadere la barriera che ci separa gli uni dagli altri, rendendoci diffidenti ed estranei.
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