sabato 17 giugno 2006
«Noi non abbiamo nessuna intenzione di modificare la legge, fra l'altro confermata da un referendum popolare». Così ieri a Bruxelles (Asca, 16/6, 14.42) chiaro il presidente Prodi. Un buon punto a favore secondo Malpelo, che sempre ieri, sul "Riformista", prima pagina, legge "Il no 'laico' di Prodi": «Per me l'embrione è già persona. E visto che sono contrario alla strumentalizzazione di ogni essere umano mi oppongo a qualsiasi sperimentazione sulle staminali embrionali». È un Prodi che bacchetta pure: «Prima di ritirare la firma italiana dalla dichiarazione etica, Mussi avrebbe dovuto confrontarsi serenamente e senza drammatizzare. Dovremo continuare ad appellarci al principio della libertà di coscienza. Il mio è il ragionamento di un laico». Prodi dicevamo, ma stavolta è Vittorio, parlamentare europeo e fratello del premier: chiaro no di coscienza e con ragionamento laico, e posizione che coincide con quella della Chiesa cattolica. Domanda impertinente: che succederebbe, se queste parole, insieme pienamente "laiche" e giustamente "cattoliche", le dicesse in coscienza anche il fratello Romano? Come la metterebbero Mussi e quei ministri, quasi tutti, che strillano con i loro partiti che questa posizione, siccome è anche della Chiesa, viola la laicità dello Stato? E l'ottusità preconcetta fa strage ovunque. Infatti eccola anche, versante politico opposto, sempre sul "Riformista" di ieri (p. 2), con Massimo Teodori che di suo ci mette il falso di una "replica" del presidente Ciampi al Papa, in tema di laicità, mai avvenuta.
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