Religioso, asceta e penitente «predicava» con il suo sorriso
sabato 10 settembre 2022
Il segno della fede deve essere la gioia: è nel sorriso dei credenti che il mondo può cogliere la tenera carezza di Dio anche nei momenti più difficili. E fu proprio la gioiosa adesione al messaggio del Risorto la cifra dell'esistenza di san Nicola da Tolentino, che consolò, affascinò e convertì proprio grazie al suo sorriso. Nato nel 1245 a Castel Sant'Angelo in Pontano nella diocesi di Fermo, Nicola fu accolto come un segno divino dagli anziani genitori e anche per questo egli oggi è protettore della maternità. A 14 anni entrò fra gli eremitani di sant'Agostino di Castel Sant'Angelo come oblato. Entrato nell'ordine, fu ordinato sacerdote nel 1274 a Cingoli, stabilendosi poi presso la comunità agostiniana di Tolentino, punto di partenza per il suo apostolato attraverso tutto il territorio marchigiano. Nel suo itinerario da predicatore veniva accolto dai conventi dell'Ordine di tutta la regione. Il suo stile di vita era semplice ma rigoroso, con numerose ore dedicate alla preghiera e al digiuno. Nonostante ciò, però, fu portatore di un sorriso che metteva allegria in chi lo incontrava. Molti venivano da lontano a confessargli ogni sorta di nefandezze e venivano accolti da un abbraccio di misericordia e gioia. Già in vita, inoltre, Nicola fu accompagnato da voci di miracoli. Nel 1275 si stabilì a Tolentino dove restò fino alla morte il 10 settembre 1305.
Altri santi. San Nemesio di Alessandria, martire (III sec.); sant'Auberto di Avranches, vescovo (VIII sec.).
Letture. Romano. 1Cor 10,14-22; Sal 115; Lc 6,43-49.
Ambrosiano. Dt 11,18-24; Sal 94 (95); Ef 2,11-18; Lc 17,20-21.
Bizantino. 1Cor 2,6-9; Mt 10,37-12,1.
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