domenica 1 febbraio 2009


Menzogne, esagerazioni, isterismi caratterizzano la pubblicistica laicista di questi giorni a proposito di scomuniche, lefebvrismo e shoah. Qualche citazione sarà utile per rendersi conto dell'animus di tanti commentatori di quella parte. Tento una classifica e il lettore giudicherà lo stile del laicismo. Il più moderato è il vaticanista di Repubblica (domenica 25) Marco Politi, secondo cui «questa grazia è più una resa». Un po' meno morbido «il teologo ribelle Hans Küng» che accusa il Papa di «restaurazione» (Repubblica, martedì 27). Il più mellifluo Corrado Augias: «Il papa tedesco ha sottovalutato la vergogna e il rischio...»» eccetera (stessi giorno e giornale). Il più ignorante, in senso tecnico, Bruno Gravagnuolo, giornalista dell'Unità: «Il pasticcio teologico» della scomunica cancellata «inficia i fondamenti stessi dell'Auctoritas papale, in una con il dogma dell'infallibilità» (mercoledì 28). Il più stupefacente: Enzo Mazzi, che cita il noto teologo tedesco Erik Peterson e l'italiano Ernesto Balducci per scrivere che tutto è colpa della «degenerazione pericolosa» del «monoteismo sacrale» (il Manifesto, giovedì 29). I più duri: il teologo alla moda Vito Mancuso, per il quale il Papa è caduto nel «tipico peccato degli uomini di potere che, per dare forza al proprio stato, partito o azienda, sono disposti a calpestare la verità» (Repubblica, lunedì 26); e lo storico Adriano Prosperi, che fa ricorso al suo collega marxista Pierre Vidal-Nacquet per accusare il Papa di essere niente meno che un «assassino della memoria» (Repubblica, martedì 27). Infine la più divertente: Iaia Vantaggiato che, nell'entusiasmo della polemica, promuove papa Benedetto a «XVII» (il Manifesto, martedì 27).

NEGAZIONISMO
Si parla molto, naturalmente, anche dei Lager nazisti. Martedì 27 era il «Giorno della Memoria» e Liberazione, che ancora si proclama comunista, non ha avuto pudore a pubblicare un paginone con questo titolo: «Auschwitz: la nostra storia». La «nostra», cioè loro, storia? Ma perché non parlano dei Gulag sovietici che provocarono in totale 60 milioni di morti, compresi quelli uccisi dalle carestie, vale a dire dieci volte tanto i Lager tedeschi? È quest'ultima la loro storia, anche se, secondo il Centro Studi Memorial di Mosca, la memoria delle vittime italiane dei Gulag (i comunisti trasferitisi nel paradiso sovietico) fu a lungo dimenticata per il silenzio del Partito Comunista Italiano, che non voleva far conoscere le responsabilità dei propri dirigenti (Togliatti compreso), presenti a Mosca negli anni Trenta. Anche questo silenzio è negazionismo.

LAICITÀ ACQUATICA
Anche il Consiglio Nazionale degli Utenti (CNU) ha deplorato la pubblicazione degli oroscopi, soprattutto nelle trasmissioni radiotelevisive e nei radio e telegiornali della Rai. Il vizietto, tuttavia, è assai diffuso anche sui giornali che amano qualificarsi «laici». La settimana scorsa il supplemento femminile di Repubblica, D, la Repubblica delle donne, titolava così la sua pagina oroscopica: «Più decisione e nuove idee con Giove in Acquario». Laicità a rischio di annegamento.
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