Nell’infosfera ecclesiale americana: che cosa vuol dire essere militanti
venerdì 24 novembre 2023
In Italia il nome di Michael Voris suonerà ignoto ai più. Negli Stati Uniti, invece, la notizia delle sue forzate dimissioni da “Church Militant”, da lui stesso fondata e guidata, è stata così clamorosa da farle superare i confini dell’infosfera ecclesiale (l’ha data anche “Associated Press” bit.ly/3T1iuCe); tanto che pure “Il Messaggero”, grazie a Franca Giansoldati, ha scelto di riprenderla (bit.ly/3SUVoxg). “Church Militant” è una testata online (originariamente televisiva) edita dal 2008 dall’organizzazione St. Michael’s Media. Nel corso degli anni «ha generato polemiche per le sue critiche spesso severe a quello che considera un cattolicesimo lassista o non sufficientemente devoto», scrive la “Catholic News Agency” nel dare la notizia su Voris (bit.ly/47PRdXX); tali severe critiche si sono indirizzate non solo a parte dell’episcopato statunitense e al pontificato di Francesco, ma anche ad altre realtà ancora più “estreme” della “destra” cattolica. Il motivo delle dimissioni del fondatore risiede nella violazione della «clausola di moralità» di “Church Militant”, si legge nel comunicato ufficiale (bit.ly/49LuLRj), al quale Voris si allinea con un lungo video su X-Twitter (308mila visualizzazioni bit.ly/3uvlRHF). Lo cita ampiamente Mike Lewis su una testata di diverso indirizzo, “Where Peter Is” (bit.ly/3SPNNjB), insieme a quello di un’altra collaboratrice, Christine Niles, pure dimissionaria (103mila visualizzazioni bit.ly/3SU85rZ). Non si precisa in cosa tale violazione sia consistita, anche se è possibile che essa riguardi la sfera della sessualità. Quel che mi interessa qui è evidenziare alcuni tratti che questa vicenda e questi testi ci rivelano dell’infosfera ecclesiale americana e di ciò che la differenzia da quella italiana. Primo, l’esistenza stessa di una “clausola morale” che vincola i collaboratori: parrebbe qualcosa di formalizzato e non solo di implicito nell’ispirazione cristiana di questi media. Secondo, la vita di preghiera comune che la redazione conduce e che lascia intuire, anche in altre testate, una più o meno marcata sovrapposizione tra impresa editoriale e aggregazione ecclesiale. Terzo e più importante, anche se già noto: il ruolo delle testate online nell’alimentare la radicalizzazione delle divisioni che attraversano il cattolicesimo d’oltre oceano. © riproduzione riservata
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