Nei terremoti che scuotono le certezze la luce di Dio
lunedì 26 febbraio 2024
È quando siamo convinti di aver edificato una casa destinata all’eternità che basta un terremoto per aprirci gli occhi sulla vanità delle nostre sicurezze. E dietro a quelle scosse spesso c’è Dio, che viene a cercarci e ci mostra orizzonti più ampi. San Cesario di Nazianzo, medico vissuto nel IV secolo in quella che oggi è la Turchia, trovò la propria strada verso Dio proprio grazie a un terremoto, che lo spinse a chiedere di essere battezzato per essere immerso dentro quell’Infinito che supera ogni caducità umana. Era nato nel 330 a Nazianzo in una famiglia di santi (sia il padre, che la madre e il fratello Gregorio sono venerati come tali), aveva studiato a Cesarea di Cappadocia e poi ad Alessandria d’Egitto, diventando medico di corte a Costantinopoli per volere dell’imperatore Costanzo. Fu confermato in questo ruolo dal successore, Giuliano l’Apostata, che però tentò di riportarlo al paganesimo. Nel 368 divenne questore della Bitinia: era un catecumeno ma dopo essere sopravvissuto al sisma che distrusse Nicea chiese di essere battezzato e si dedicò alla preghiera. Morì l’anno successivo, nel 369. Il fratello Gregorio tenne un’orazione funebre dalla quale conosciamo i particolari della sua vita. La sua esperienza ci fa capire che non è mai troppo tardi per trovare una prospettiva nuova e aperta a Dio nel nostro cammino esistenziale. Altri santi. San Luigi Versiglia (1873-1930) e san Callisto Caravario (1903-1930), vescovo e sacerdote, martiri. Letture. II Domenica di Quaresima. Romano. Gen 22,1-2.9.10-13.15-18; Sal 115; Rm 8,31-34; Mc 9,2-10. Ambrosiano. Dt 5,1-2.6-21; Sal 18 (19); Ef 4,1-7; Gv 4,5-42. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
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