sabato 24 novembre 2018
Il mondo della scuola vuole dire basta alla camorre e alle mafie. E lo fa rievocando la figura di Giancarlo Siani (nella foto), il giornalista barbaramente assassinato nel quartiere Arenella, a Napoli, il 23 settembre del 1985. L'affetto che lega gli studenti dei nostri giorni a questa vita spezzata nel fiore degli anni esploderà oggi nell'ampia sala del cinema "Modernissimo" in via Cisterna dell'Olio, dove essi si ritroveranno, in rappresentanza di molte scuole partenopèe: prima, alle 8,30, per assistere a "Fortapàsc", il film che racconta il martirio di Giancarlo, e poi per dialogare con il fratello Paolo e lo scrittore Lorenzo Marone. Quest'ultimo da bambino abitava nello stesso palazzo di Siani all'Arenella, e in una biografia pubblicata di recente dal titolo "Un ragazzo normale" racconta e svela i colloqui che ebbe con lui quando, a tarda sera, tornava a casa dalla redazione del "Mattino".
Seguirà un dibattito fra il narratore e i ragazzi delle scuole convenute, che prenderà l'avvio dalle parole di Giancarlo: «Non sono un superoe ma solo un ragazzo normale» che, però, osservava il bambino Lorenzo Marone, non aveva paura di battersi ogni giorno dalle colonne del giornale contro i "cattivi". All'incontro con questo autore non poteva mancare una folta delegazione di studenti del liceo scientifico "Cuoco-Campanella" diretto dalla preside Adele Barile. E sì, perché questa è la scuola napoletana, dal sacrificio di Siani, più colpita dalla criminalità più o meno organizzata: basti pensare al bestiale accoltellamento lo scorso dicembre dell'allievo Arturo Puoti. Da allora questo istituto del centro storico di Napoli si batte per diffondere la passione alla legalità per la quale anche Giancarlo Siani visse e, purtroppo, morì.
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