martedì 4 aprile 2006
Napoleone e peggio: in pagina. È storia: il Bonaparte nel 1806 mentre portava via prigioniero verso la Francia papa Pio VII, si rivolse sprezzante al cardinale Consalvi, segretario di Stato, dicendogli: «In pochi anni, io avrò distrutto la Chiesa!». Ma il cardinale, uomo di Chiesa e anche di prudenza terrena, gli rispose con tranquilla franchezza: «No, Maestà! non ci siamo riusciti noi preti, a distruggerla, e in 17 secoli" Non ci riuscirà neppure lei». I fatti dicono che Napoleone pochi anni dopo era a Sant'Elena, dove finì i suoi giorni, che Pio VII rientrò a Roma il 24 maggio del 1814, e che Chiesa e Papi sono arrivati fino ad oggi, anno 2006. Ebbene, in pagina gira ancora qualche "napoleone", ma peggiorato. Uno per esempio, che si è trasferito di recente dal "Manifesto" alla "Stampa", in privato è rosso, in pubblico dipende, si firma "Jena" e domenica sul suo nuovo giornale offriva a p. 3 questo soave pensiero: "Un anno fa è morto il Papa. Purtroppo se n'è fatto un altro". Già. Anche lui come Napoleone vorrebbe farla finita, con questi papi e con questa Chiesa! Che volete farci, jene di tutto il mondo? Rassegnatevi"
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