martedì 3 novembre 2009
Lupus su cui ero incerto, con spinta decisiva dalle prime pagine e da un pezzo tra propaganda, paradosso e triste umorismo. Ieri, Giorno dei defunti, su tutte le prime pagine il suicidio in carcere di una povera ragazza che, scrive "La Stampa", «scontava l'ergastolo». Idem su tutti i giornali. Anche sul "Messaggero" (p. 16: «In coda davanti allo sportello delle ultime volontà») ove Antonello Dose e Marco Presta, propagandisti di evento allegramente spacciato per progresso, raccontano «la lodevole pensata del sindaco Marta Vincenzi e dell'assessore Paolo Leardo» che a Genova, per loro «primo Comune in Italia» (e non è così), offrono al pubblico lo «sportello ultime volontà». Sorrisi e vere risate in coppia su singolarità e complicazioni della cosa, tra cui quella " per qualcuno forse trascurabile " che «manca una legge nazionale» " già, ndr " e forse ci vorrà il tempo di «due o tre reincarnazioni». Se uno ci pensa un po' " ovviamente dopo aver sorriso " ma è dotato di qualche suo (pre)giudizio " tutti ne hanno di propri, ed è libertà anche questa " può chiedersi come si concilia la giusta tristezza della notizia in prima pagina, lo sdegno anche sacrosanto delle reazioni e dei rimproveri, con la tranquilla presa d'atto che in un'altra città si inizia sul piano della propaganda il cammino verso un "suicidio assistito". Quello accaduto a Roma era "non assistito" " è vero " ma la ragazza «stava davvero male» " nero su bianco " non sopportava più la sua vita, e ha eseguito come ha potuto il suo biotestamento. Pensiamoci su: sicuri che tutto fili liscio, tra le due cose? Malpelo no, ma sarà un suo "pregiudizio".
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