sabato 16 settembre 2017
Lupus che mordicchia. Ieri (“Venerdì”, p. 89) «Ora d'arte». Tommaso Montanari, esperto qui già segnalato per merito, presenta benissimo un affresco di Girolamo Romani, detto “il Romanino” (1484-1526) con la scena evangelica di Gesù in casa di Simone Fariseo, quando la peccatrice piange ai suoi piedi, li lava e li asciuga con i suoi capelli. Ma ecco il titolo: «Quell'ipocrita del Fariseo somiglia tanto a un cardinale». In realtà di cardinali lì nessuna traccia, ma basta il riferimento al fatto che il pittore fu noto per affreschi, a Trento, anche nel palazzo di un cardinale. Così vanno certe cose: una botta a un cardinale fa sempre effetto! Altro ancora lì (p. 85) «Guida all'amore, quella terra incognita dove è facile perdersi». Ampio excursus di Augias sul significato di “amore” in “Metti l'amore sopra ogni cosa”, «rassegna di significati ed eccessi» di Armando Massarenti (Mondadori). Ben scritto, con una sola domanda-morsichetto: sarà mai possibile che in tutto il libro – passi nella recensione breve – non ci sia un accenno al fatto che per la realtà del Cristianesimo “amore” è anche il nome di Dio stesso? Da vedere. Vale anche lì (p. 101) per «Torino spiritualità indaga sull'infanzia»: tanti esperti, ma in presentazione nessun accenno al richiamo dell'infanzia da parte di Gesù nel Vangelo (Mt. 18, 3) che ha guidato tante vite e generato tante pagine nel corso dei secoli. C'è da sperare qualcosa sul tema? Speriamo! Un po' disperante, invece ieri (“Foglio”, p. 2) l'annuncio critico e minimizzante della ripresa del “Cortile dei Gentili” che – leggi – «nacque dal genio di Ratzinger», mentre «ora è il talk dei compiacenti». Ovvia la sottintesa critica a questo tempo di papa Francesco, ma tu ricordi che anche quando l'iniziativa nacque, e proprio «dal genio di Ratzinger», sul “Foglio” ci furono critiche feroci. Opportunismi.
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