venerdì 25 novembre 2011
Sorprese martedì e grido improvviso quasi unanime: "Sole 24Ore": "Vaticano: mercati autoreferenziali"; "Messaggero": "Bertone attacca la finanza autoreferenziale"; "Unità": "Bertone: i mercati sono totalmente autoreferenziali"; "Riformista": "Il Vaticano e la critica al capitalismo"; "Il Mattino": "Sferzata del Vaticano: manca l'etica. Mercati totalmente autoreferenziali", ecc... Pagine a doppia faccia. Siamo in regime bipolare: chi registra compiaciuto e chi deplora costernato. Riflessione: l'altro ieri ho partecipato alla presentazione di un libro/intervista ad un vescovo italiano il cui titolo parla di «una Chiesa che non tace». Ma può esistere una Chiesa che tace? Non sarebbe neppure Chiesa: fatta essenzialmente per la Parola, se tace snatura se stessa. E allora certe meraviglie provengono da due virus. Uno è quello di chi sente solo ciò che vuole sentire: se la Chiesa non dice le parole che direbbe lui allora… tace. Il secondo è quello di chi scrive assolutamente impreparato: ignora ciò di cui scrive, ma ne scrive lo stesso. Ripenso alle bacchettate di Montanelli. Veniamo al dunque: sul tema del capitalismo finanziario la Chiesa finora ha taciuto, al punto da destare meraviglia se parla? Il libro di cui ho parlato ha una prefazione del cardinale Tettamanzi. Un noto sovversivo di sinistra? Ricordo il suo discorso (29 gennaio 2010) all'Università Urbaniana di Roma sulla "Caritas in veritate". A proposito, tempo fa il "Numero 0" di "Tam Tam", mensile del Pd, riportava un forte testo dalla "Caritas in veritate" di Benedetto proprio sul tema della critica al capitalismo finanziario. E qualcuno ricorda la "Populorum Progressio" di Paolo VI (1967)? Dunque la Chiesa parla: ma occorre aprire le orecchie…
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