martedì 7 maggio 2019
Settant'anni fa, mercoledì 4 maggio 1949, pomeriggio a Roma, sul balcone di casa arriva un grido, «So mmorti tutti!» A domanda, «Chi?», risposta precisa: «Quelli del Torino!» Era il Grande Torino... Memoria: “Bacigalupo, Ballarin, Maroso (...) Mazzola... ”. In questi giorni in pagina anche qui un'eco gigante (3/5, p. 19) Caselli e Facchinetti... Su “L'Osservatore” (5/5, p. 2) il ricordo di padre Federico Lombardi per quel “11” ricordato a memoria: gli uomini di Superga! Due considerazioni. La prima sulla comunicazione che cambia. Pochi anni prima suonavano in quella strada le sirene per la minaccia delle bombe e di notte gli strilli dell'Umpa (Unione Militare Protezione Antiaerea) per l'ordine di fare buio. Oggi in qualche secondo i social ovunque e per tutti. Io quella sera piansi: normale prendere parte a quel lutto per un piccolo che sognava anche di calcio e allora tifoso della squadra sempre vincente e sebbene “tutti morti” ancora oggi indicata come “Gli Immortali”. Altro pensiero: stesso “Osservatore”, leggo che per padre Lombardi a Radio Vaticana «continuare a credere, tifare, aspettare che la squadra si potesse ricostruire... e rivivere momenti di gloria è stata una delle prime prove di lealtà e di fedeltà nella vita». Confessione personale: per me non fu così. Senza cambiare la città passai dall'altra parte: tifoso della Juve... Allora con il quintetto avanzato Muccinelli, Boniperti, John Hansen, Karl Hansen, Praest. Hanno cominciato a vincere, quelli della Juve, e lo hanno fatto tanto e spesso. Immutati, però, rispetto e memoria del Grande Torino, e quella data tra le memorabili della vita fino a oggi con altre: 16 marzo 1978 (Moro), come 11 settembre 2001 (Torri Gemelle), come 21 giugno 1963 (Paolo VI) e 13 maggio 2013 (Francesco). Ovvie altre date personali: Battesimo, prima Comunione e (4 volte!) Unzione.
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