domenica 27 settembre 2009
In pagina, strane nostalgie oscillanti tra assenza di memoria e presenze calcolate. Venerdì per esempio "Repubblica" (p. 17) ancora una volta fa l'esempio di De Gasperi, vero laico che «disse no a Pio XII» e titola: «Sulla laicità il Pd dovrebbe imitare la Dc». Forse è il caso di ricordare innanzitutto che il «laico» De Gasperi durante il fascismo visse rifugiato e lavorò per quasi 20 anni in Vaticano per preparare il futuro di libertà dell'Italia, e poi, essenziale, che quel suo unico «no» fu a pressioni relative ad alleanze per il Comune di Roma. Forse allora è un po' «nostalgia carogna», come quella con la quale Di Pietro oggi dice ("La Stampa", p. 12) che «I Dc non erano tutti male». E ieri leggi ("Repubblica", p. 17; "Corsera", p. 13; "Giornale", p. 14; "Messaggero", p. 7 ecc.) che «Si fa strada il partito del buon senso». Fosse vero, ma viene il sospetto che voglia dire che i cattolici sono proprio utili, purché su «cosette» come vita e famiglia non pretendano di essere liberamente coerenti con la loro visione di ragione e anche di fede. Se le cose stanno così, quel «buon senso» sarebbe furberia da respingere. A proposito di cattolici e furberie, ieri trovo sul "Mattino" (p. 1: "Dove vanno i cattolici") il "Punto" di Bruno Vespa. È l'occasione per annotare che chiamare sempre a «Porta a Porta», su Padre Pio, santità e miracoli, il simpatico e «divertente» professor Odifreddi " che saluto amichevolmente anche qui " è come chiamare al tavolo di briscola uno che gioca solo a poker. Non crede in Dio, lui, e può solo ripetere il suo ritornello " che non ci crede " ma non entra mai nel dialogo.
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