sabato 4 febbraio 2012
Ieri su "Repubblica", 6 colonne a p. 20 e denuncia: «La mega-truffa della falsa acqua di Lourdes». Una banda di malfattori vendeva acqua di rubinetto con promessa di guarigione "miracolosa" a malati "anche di cancro". 200 euro: «Sette gocce di Fatima al mattino…». Denuncia perfetta. Coincidenza fortuita, però (quasi vendetta della realtà) stessa pagina, proprio sotto la prima colonna, piccola auto-pubblicità per "D Repubblica delle Donne", con slogan: «Mamme MIE!» E quel plurale, maiuscolo ed esclamativo introduce la raccomandazione: «Spiegare ai figli che ci sono famiglie diverse. Per farlo una coppia gay, Emi e Francie, ha creato…» Insomma: falso che «di mamma ce n'è una sola». Anche due e – perché no? – di più! "Forse" anche questa è una truffa. E "forse" ce ne sono altre: piccole, ma in pagine solenni. L'altro ieri Sergio Romano ("Corsera", p. 41) scrive su «Pio XI, Pio XII e il nazismo», e su Pio XI il consueto pizzico di veleno – del resto ha appena pubblicato un pamphlet "Chiesa contro" – gli fa scrivere: «Sappiamo che [Pio XI] agli inizi di maggio (1938) si era ritirato nella residenza papale di Castelgandolfo, forse per evitare qualsiasi contatto con Hitler durante la sua visita in Italia». Sopraffino quel "forse"! Eppure da subito, nero su bianco anche su "L'Osservatore", si lesse che Pio XI se ne andava da Roma proprio per chiarire che non c'era compatibilità tra la Croce di Cristo e quella "uncinata" di Hitler. «Forse»? No: senza forse… E a proposito: nel 1937 il cardinale Pacelli, futuro Pio XII, non andò a Lisieux «per l'inaugurazione della Basilica del Bambin Gesù». Quella era, ed è, la Basilica di Santa Teresa del Bambin Gesù: senza forse…
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