venerdì 4 ottobre 2002
 
Il Lambrusco è il vino frizzante capostipite di una serie di vini che appagano il palato, senza tuttavia essere degli spumanti.Questo grande vino, molto noto oltre che in Italia, anche nel mondo, deve la sua effervescenza alla presenza di anidride carbonica, che è imprigionata nel lambrusco in quantità tale da produrre un aumento di pressione che va da 1 a 2,5 bar.Deriva dalla fermentazione dello zucchero rimasto nel vino già posto in  bottiglia, la sua gradevolezza petillant, data dalle numerose bollicine, può indurre a berne una quantità eccessiva.Bevuto ad una giusta temperatura inizia subito a stimolare sia la punta della lingua per la parte zuccherina che i bordi e soprattutto il dorso, che, coi recettori appropriati, dà inizio ai fenomeni digestivi.Lo stomaco gradisce abbastanza questa bevanda gassata perché, quando è pieno soprattutto di proteine che derivano da cibi di origine animale, ha bisogno di stimolare le pareti che quindi producono, per reazione, molto succo gastrico.Inizia così la giusta scissione delle proteine in pezzi di amminoacidi, che poi, coi fenomeni successivi della digestione del pancreas e dell"intestino, vengono assorbiti nel migliore dei modi e forniscono alle cellule i nutrienti più importanti per riparare i danni fisici.Bere Lambrusco, in Emilia-Romagna o altri vini come la Freisa, in Piemonte, significa dunque apportare pochissimo alcol e molti polifenoli, fra cui le coumarine, elementi antiossidanti e anti aggreganti delle piastrine, che proteggono molto il cuore e se si riesce a non superare i due bicchieri di vino ai pasti, ci si garantiscono anche altri effetti salutistici inconfutabili.
Giorgio Calabrese
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