martedì 18 dicembre 2018
Voglio sbalordire Nedved facendogli sapere che anche Italo Allodi, il leggendario direttore generale dell'Internazionale europea e mondiale, appena arrivato all'odiata Juve l'amò moltissimo e festeggiò con la Vecchia Signora ben due scudetti (1971-'72 e 1972-'73). C'ero, e alla festa dello scudetto del '73 l'Avvocato Agnelli fece un doloroso annuncio: «La nostra “Santa Rita” ci lascia, va in Federazione. Grazie Allodi». La citazione della Santa degli Impossibili non era casuale, Italo aveva fatto miracoli per ridare vittorie alla Vecchia Signora. Anche qualcosa di più. E dovette andarsene. Prima a Coverciano, poi al Napoli, dove contribuì a far vincere il primo storico scudetto strappandolo, guarda un po', alla Juve. Vero, solido professionista. Lo si è detto anche a proposito di Beppe Marotta, quando Nedved lo ha accusato di non essere juventino. Ma c'è di più: come Allodi “tradì” l'Inter per la Migliore, desideroso di mostrare a Fraizzoli cosa s'era perso liquidandolo, così ha fatto Marotta dopo il siluro di Agnelli. È andato all'Inter. Cosa doveva fare? Scegliere - che so? - la Spal o l'Udinese per non infastidire i Torinesi? Un attento collaboratore di Agnelli - dico di Nedved - avrebbe piuttosto dovuto consigliare al padrone di tenersi Marotta almeno fino alla fine del campionato. Se non altro per “amministrare” adeguatamente Cristiano Ronaldo che non è un pedatore qualunque, che sta vivendo in una dimensione particolare, direi cinematografica, da professionista e da divo, mostrando i muscoli dopo i preziosi gol e accusando insofferenza quando qualcuno non rispetta i suoi gradi. Da generalissimo cresciuto al Bernabeu nell'aura di don Santiago, sabato CR7 ha esultato dando una irridente spallata al portiere del Toro, il soldato Ichazo, reo di aver tentato di parargli il rigore. Gli era già successo con il favoloso Sorrentino del Chievo, e con altri portieri in giro per il mondo, come dire «ma come vi permettete di negarmi il gol? Ma sapete chi sono io?». È vero che poi ha abbracciato Ichazo, ha spedito un messaggio a Sorrentino, roba che i comuni mortali terrebbero in cassaforte tutta la vita, ma non farebbe male a mostrarsi più umile. Per gli infedeli, naturalmente, perché agli juventini piace così, anzi : gli fornirebbero anche una scimitarra - meglio una durlindana - con la quale sottomettere i nemici. Naturalmente scherzo, il Signor Ronaldo (stavo per dire “il ragazzo”: erano tutti miei figli) è intelligente, padrone di sé, autorevole in campo e fuori. Eppure in passato si è mosso lungo percorsi rischiosi, sbagliati, ed è ancora sub judice. Io Marotta l'avrei tenuto fino alla Champions. Chissà... È curioso, parlando di Ronaldo, cogliere la protesta di Balotelli - anzi Balotelli- che dopo la spallata a Ichazo ha “cinguettato”: «Se l'avessi fatto io, ciaooooo». Giusto. Tanto giusto che se il Supermario avesse capito subito che ogni sua mossa sarebbe stata sempre giudicata con particolare severità, sarebbe ancora in Italia, in azzurro. Campione.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI