La loro storia custodita dallo stesso carnefice
giovedì 2 giugno 2022
La violenza del mondo si scaglia contro chi porta un messaggio di pace: succedeva duemila anni fa e succede ancora oggi. Nei primi secoli della Chiesa i martiri, cristiani uccisi per la loro fede, furono il segno più grande della profezia portata nell'Impero Romano dal messaggio di Cristo. Tra i tanti testimoni che in quell'epoca versarono il loro sangue ci furono anche i santi Marcellino e Pietro: la loro vicenda si colloca durante la persecuzione voluta da Diocleziano. Era l'anno 304 e il prete Marcellino era stato arrestato a Roma per la sua fede. In carcere conobbe un esorcista Pietro e insieme si misero a predicare. Per questo essi furono portati in un bosco e vennero costretti a scavarsi la fossa dove vennero sepolti dopo essere stati decapitati in località Torpignattara sulla Casilina. Secondo il Martirologio Romano "la pia donna Lucilla diede degna sepoltura alle loro sante membra a Roma sulla via Labicana nel cimitero ad Duas Lauros". La storia del sacerdote e dell'esorcista uccisi nella selva venne tramandata grazie all'esecutore della sentenza, che, colpito dalla loro testimonianza, l'aveva raccontata al futuro papa Damaso.
Altri santi. Sant'Erasmo di Formia, vescovo (III-IV sec.); san Guido d'Acqui, vescovo (1004-1070).
Letture. Romano. At 22,30;23,6-11; Sal 15; Gv 17,20-26.
Ambrosiano. Ct 6, 1-2; 8, 13; Sal 44 (45); Rm 5, 1-5; Gv 15, 18-21.
Bizantino. Eb 13,7-16; Mt 5,14-19.
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