Macchine e lavoratori essenziali per i campi
domenica 5 aprile 2020
L'agricoltura continua a produrre nonostante Covid-19. Ed è un gran bene. A patto che nei campi d'Italia si possa davvero fare quanto serve per avviare la ormai imminente raccolta di molti prodotti e, dall'altro, iniziare il ciclo produttivo di ciò che andrà a maturazione fra qualche mese. E tutto senza dimenticare che, nelle stalle, il ciclo di produzione è ancora più rapido e pressoché, per alcuni comparti, giornaliero. Da un lato però, ci sono le regole di contenimento dell'emergenza che vanno assolutamente tenute in conto; dall'altro, c'è un comparto con tempi produttivi propri e non modificabili che provvede a sfamare il Paese oltre che costituire una vero tesoro miliardario che potrebbe tornare buono fra qualche mese (quando usciti dall'emergenza occorrerà accelerare sulla ripresa). Ieri è stata FederUnacoma (la Federazione dei costruttori di macchine agricole), a spiegare chiaramente che il calendario delle lavorazioni agricole segue un ciclo naturale che ha tempi molto stretti. Gli esempi sono facili. A metà di aprile, ci sono le semine di mais in Emilia Romagna, così come le operazioni necessarie per il riso nel vercellese o nel pavese. Nella prima metà del mese in molte aree del Paese si completano le operazioni di diserbo dalle infestanti per il grano e i seminativi. Fra pochi giorni, saranno necessari gli interventi antiparassitari nei frutteti, che, soprattutto al Sud, richiedono le prime irrigazioni di soccorso. Poi ci sono le semine e i trapianti di ortaggi. Servono macchine efficienti e persone capaci. Che non è facile trovare. E non si può chiudere lo stabilimento e sospendere la produzione come nell'industria (supposto che un'operazione di questo genere sia fattibile). Accanto a tutto ciò, Coldiretti ha ricordato il gran ruolo che hanno i lavoratori stagionali. Più di un quarto delle produzioni agroalimentari italiane viene, fra l'altro, raccolto nelle campagne da mani straniere con 370mila lavoratori regolari che adesso hanno notevoli difficoltà. Così come le hanno tutti i lavoratori che potrebbero trovare spazio nei campi ma che sono frenati dalla burocrazia oltre che dall'emergenza. A rischio, vi sarebbe la presenza di molti alimenti sugli scaffali dei supermercati. È necessario semplificare le procedure, dice Coldiretti. Il rischio è che non solo vi possano essere pesanti difficoltà nella raccolta, ma che venga meno quanto necessario fare per porre le basi delle future raccolte. Insomma, anche in agricoltura Covid-19 può far danni: adesso e in futuro.
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