L’«apocrifo» Vespro di San Marco per svelare il Vivaldi più autentico
domenica 23 ottobre 2011
  Il cofanetto dedicato ad AntonioVivaldi (1678-1741) e intitolato Vesprodi San Marco è un semplicepretesto; nel catalogo del compositoreveneziano non esiste infatti nessunlavoro completo e organico cheporti questo titolo e che sia stato espressamentescritto o eseguito nellasua completezza. Questo appigliodiscografico ci offre però l’opportunitàdi trovare riunite insieme alcunedelle più affascinanti opere del catalogosacro vivaldiano, troppo spessosacrificato a favore della sterminataproduzione concertistica, ma a cui ilPrete Rosso ha dedicato una parte significativadella sua attività creativa.Erano infatti particolarmente gravosii compiti che gli spettavano in qualitàdi “Maestro di Choro” dell’Ospedaledella Pietà, una delle quattrograndi istituzioni caritative della città:due messe e due vespri ogni anno,due mottetti al mese, oltre a tuttequelle composizioni che gli potevanoessere richieste in occasione dellaSettimana Santa, dei funerali o delleprincipali funzioni religiose, allequali doveva assistere personalmentesovrintendendo alle esecuzioni.Nella realizzazione di questo ipoteticoVespro dedicato al Santo patronodella Serenissima, il direttore LeonardoGarcía Alarcón si è fatto accompagnaredal Choeur de Chambrede Namur, dall’ensemble strumentaleLes Agrémens e da un nutritocast di voci soliste, non tutte enon sempre all’altezza delle sfumatureespressive e delle impeccabilidoti canore richieste dalle partiture(2 cd pubblicati da Ambronay e distribuitida Ducale); sul leggio, con leantifone gregoriane per la Festività diSan Marco, ci sono pagine di eccellentefattura, alcune più conosciute(come il Dixit Dominus RV 807, ilLaudate pueri RV 600 e soprattutto ilMagnificatRV 610), altre tutte da scoprire(come il riflessivo Beatus vir RV795 o l’eroico Laudate Jerusalem RV609).Più che di una vera e propria ricostruzione,secondo le parole dellostesso Alarcón, si tratta di una «evocazione», che intende appunto ricreareil clima artistico e spirituale attraversocui Vivaldi si rivolgeva, inchiesa, a un’assemblea di fedeli che,il più delle volte, coincideva con lostesso raffinato pubblico delle sale daconcerto e dei teatri che animavanol’effervescente vita musicale veneziana.
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