venerdì 20 maggio 2011
«Ho capito più cose di San Tommaso leggendo le questioni "disputate" che discuteva al sabato, che le opere maggiori"» ("Espresso", 19/5, p. 103). Così Umberto Eco e fa piacere " salvo le virgolette messe a sua insaputa giacché il titolo vero è "Quaestiones disputatae" " che oggi un intellettuale vero, pur discusso, citi con onore un grande di quasi 8 secoli fa. Spiace un po' invece, stesso "Espresso" (p. 127), che Ignazio Marino, che si dice credente, paia opporre la fede, quindi anche la sua, alla scienza moderna al punto da proporre come unico "terreno" comune quello «dei reciproci dubbi». Troppo poco per tutti e due! Ma ieri spiace soprattutto ("La Stampa", p. 38: «Don Milani, il Vangelo secondo Socrate») scoprire che la filosofa De Monticelli non ha capito l'essenza della vita e del pensiero di don Lorenzo, che sì, ha vissuto il Vangelo, ma secondo Gesù e non «secondo Socrate», pur con tutto il rispetto. Basterebbe aver letto le sue tante "Lettere", per esempio alla mamma e a don Benzi" Egli è stato soprattutto prete cattolico e maestro in unico slancio di intera vita. E la filosofa pare anche in grave ritardo. Per lei don Milani fu «condannato ed esiliato" sconfitto, poi calunniato e poi sepolto» dalla Chiesa. Davvero? Visto qui altre volte. Un vescovo gli fece la prefazione a "Esperienze pastorali", altri vescovi " è vero " non lo capirono, ma Paolo VI lo stimò fino alla fine. Non basta: Avvenire già 34 anni fa (24 e 25/6/1977) nel decennale della morte ricordava la sua lezione con le due intere pagine 5: «Un messaggio da riscoprire" Ha vissuto solo di fede" l'amore e la passione per una Chiesa presente agli uomini». Informarsi e aggiornarsi è dovere!
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