martedì 4 ottobre 2016
«Abbiamo fra i giovani un ragazzo straordinario, che si chiama Locatelli e che spero possa essere un grande regista in futuro». Parola di Silvio Berlusconi. Il quale mi fa venire in mente Enzo Ferrari quando mi disse «Ho sempre sognato di fare il giornalista, purtroppo non ci sono riuscito...», e io precisai: «Fortunato». Certo, il mio - piuttosto che lavorare - è un bel mestiere, ma i soldi? Ah, dimenticavo: non fanno la felicità... Berlusconi per anni è stato il ritratto della felicità perché ha sempre avuto tanti soldi (e potere) e, desideroso di fare il giornalista, si è accontentato di fare il padrone di giornali e telegiornali. Distribuendo il suo sapere a ubbidienti seguaci. Nel calcio - secondo me il suo cavallo di battaglia - non è stato ascoltato com'era giusto, non è stata sfruttata fino in fondo la sua competenza, troppi tecnici hanno finto interesse ufficialmente ridacchiando con gli amici; e oggi siamo al paradosso: saranno i cinesi gli eredi della sua ideologia pedatoria - «largo ai giovani italiani» - non lontana da quella di Mao. Manuel Locatelli, anni 18, talento proveniente dall'oratorio, appena più “vecchio” di Donnarumma (17), colpisce non solo il Sassuolo con un gol bellissimo ma anche quelli, come me, per i quali un calciatore è giovane fino alla soglia dei vent'anni, mentre certa critica - forse influenzata dal quarantenne Totti - dice giovane anche Berardi, che ne ha ventidue e un'esistenza romanzabile. Eppoi, solo noi (ci metto anche il Dottore) ci ricordiamo di Renzo De Vecchi, miracoloso giocatore milanista di anni quindici (classe 1894) che nel 1909 era già chiamato «Figlio di Dio». Eppoi, volete mettere le lacrime di Manuel? Puro antiquariato, espressione bellissima di stupore e felicità, e onore, visto il trionfo dedicatogli da San Siro. Avevo già visto un dopogol con sintomi di gravidanza, un altro con pollicino in bocca, e ancora gesti d'esultanza simili a ceffoni, altri a carezze, e baci baci baci; poi quell'irrefrenabile pianto: «Non è la pioggia che bagna il tuo viso, son lacrime» - cantava Nat King Cole. Massí, mezzo secolo fa. Ma intanto il Milan sorride, Montella sorride, e sorride certo Berlusconi arrivato ieri a New York per un altro passaggio vitale. (Auguri). E il resto del campionato? Se la ride Allegri, nonostante il primo tempo della Juve a Empoli, perché ha finalmente capito che Dybala e Higuain sono una coppia indissolubile; e perché ha visto il finto cinico Sarri piangere sul latte versato a Bergamo. Povero Napoli, mai che trovi, a guidarlo, un combattente vero.
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