giovedì 31 marzo 2011
Il terremoto e lo tsunami sono «punizione di Dio per i peccati degli uomini». Così ieri in pagina su "Repubblica" (p. 32) e "Foglio" (p. 1), ma da giorni ovunque (26/3, "Stampa", p. 1, "Fatto", p. 13 e 29/3 "Unità", p. 13 e "Secolo XIX", p. 8) ecc. Nel caso un noto "storico" che si dice cattolico doc proclama a nome della «dottrina della Chiesa» che questi eventi sono stati «un'esigenza della giustizia di Dio», e «le grandi catastrofi sono una voce paterna, ma terribile di Dio» che castiga i peccati degli uomini. Leggi, rileggi, ci pensi e ti basta poco per capire che qui non si esprime la fede cristiana e cattolica, ma una visione antichissima di origine pagana, pur presente anche in alcune primitive credenze bibliche, alla quale però un certo Gesù " e proprio nel Vangelo di domenica prossima (Gv. 9)! " ha opposto il Suo reciso "no". Davanti a un cieco dalla nascita, interrogato su chi avesse peccato per essere stato colpito da tale punizione, lui o i suoi genitori, Gesù ha negato quella visione, errata e blasfema, ricordando " Lui, vero e unico Maestro " che ogni male non viene certo da Dio, ma nella luce della fede può essere occasione di conversione e di amore rinnovato per chi soffre e per chi è accanto a chi soffre. Tutto diverso! Dio non causa il male. Se una valanga uccide un uomo, Dio non è l'omicida! E allora? Allora quel professore che si dice cattolicissimo, noto anche per sue tesi catastrofiche sul Concilio come tradimento della fede e imbroglio satanico e citatissimo da chi da mezzo secolo calunnia sistematicamente (e non solo in rete), Papi come Giovanni XXIII e Paolo VI, rilegga quel brano evangelico e poi il rimprovero di San Paolo: «Il nome di Dio per colpa vostra è bestemmiato tra le genti» (Rom 2,24)!
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