venerdì 1 aprile 2011
Ieri Massimo Faggioli " lo cito volentieri perché talora qui è stato bersaglio " parla acutamente ("Europa", p. 9: «Un cristianesimo senza Agostino») di un libro del 1983 ora tradotto in italiano, "In principio era la gioia", di Mattew Fox, che apre una nuova collana con le «intenzioni pugnaci» di dimostrare che oggi c'è proprio bisogno di riscoprire il vero cristianesimo, giacché quello attuale ne è in sostanza solo un'infelice traduzione-tradimento. Colpa all'ingrosso, per Fox, della dottrina del peccato originale che ha generato il dualismo figlio del passato manicheo di sant'Agostino, che ha come inaridito il seme del Vangelo, già annuncio di gioia e liberazione. Di qui l'opposizione anima/corpo, sacro/profano, Dio/mondo e da ultimo fede/ragione. All'uscita il libro fu giudicato negativamente dalla Santa Sede con ragioni che a Malpelo sembrano convincenti, e che lo stesso Faggioli trova serie. Possibile infatti che 2.000 anni di cristianesimo vadano rifiutati in blocco in nome di una gioia e liberazione che arriva solo ora in questo libro? A parte la riduzione di Agostino in schemi che esprimono solo un aspetto, e non quello decisivo, della sua gigantesca figura, ma dopo di lui, " quasi 1.600 anni ", non c'è stato nient'altro, meno dualista, più gioioso e più liberante? Francesco, Filippo Neri, Teresa d'Avila, Francesco di Sales, Giovanni Bosco ecc., fino a Giovanni XXIII e l'intero Vaticano II: come non ricordare la "Gaudium et Spes" ("Gioia e speranza")? Contraddire per contraddire comporta sempre dei rischi. Qui Faggioli ne indica uno: Fox e i suoi sponsor così negano ogni valore anche all'intero rinnovamento del Concilio, esattamente come i nostalgici lefebvriani. Bella impresa!
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