venerdì 19 maggio 2006
Cartello: "Vietato l'accesso ai non addetti". E l'eccesso? Può un cittadino italiano non essere d'accordo con Papa e vescovi? Certo. In cose non di fede e morale rivelata lo può anche un cattolico. Eppure qualche "accesso" pare eccessivo. Se su "Repubblica" (13/5) un sommo giurista teorizza che la Chiesa cattolica da 2000 anni nega la carità di Cristo per affermare ed imporre solo la sua verità, e magari ci tiene a dichiararsi cattolico, la tesi è così estrema che le due cose non stanno insieme. Un "eccesso". E se uno non è credente? Libero di criticare Papa, vescovi e Chiesa, ma attento agli eccessi. Se per esempio un neopresidente della Camera non si limita a dire che lui su unioni di fatto e Pacs la pensa diversamente dal Papa, ma afferma che il Papa, pensandola come la pensa, tradisce la carità di Cristo, allora ruba troppi mestieri, e pretende di insegnare lui cos'è la carità di Cristo proprio al Papa, che per sant'Ireneo da 1800 anni "presiede alla carità". Dicono, i suoi, che lo ha fatto "con grande rispetto"? Già. Con grande rispetto ti dico che tu stai tradendo l'essenza del tuo servizio, che però non mi tocca, perché non sono credente. Qualcosa non fila. Vale anche per lo sparo di Aldo Nove, maestro di fede su "Liberazione" (13/5, p. 1: "Debole non è l'amore gay, debole è la fede di Ratzinger") e per quello del "Manifesto" (14/5, p. 2): "il Vaticano insiste, un giorno sì e l'altro pure, che l'unico matrimonio vero e proprio è quello in Chiesa". Falso! Chi scrive mente, sapendo di mentire. Eccessi. Accesso libero a tutti, anche ai non addetti propriamente ai lavori, però vietato l'eccesso: addetti o no, non fa differenza"
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