martedì 18 giugno 2019
Risposte e repliche... Sabato, qui, parlando di filosofia e di Emanuele Severino e Martin Heidegger, citavo anche Lella Costa che ha scritto la sua ammirazione per santa Edith Stein, vittima della Shoah, filosofa e «discepola» proprio di Heidegger. Un amico illustre mi segnala che la Stein fu discepola di Husserl, non di Heidegger. Giusto! Ma ebbe anche conoscenza diretta di Heidegger in varie circostanze: il primo incontro della futura santa fu proprio in casa di Husserl, suo maestro, nell'estate del 1926, ma lei non ne fu entusiasta, vedendo in Heidegger lo sforzo di attirare a sé i discepoli allontanandoli dal maestro. Tra l'altro è noto che quando Edith si fece carmelitana Husserl al suo posto assunse come assistente proprio Heidegger, pagato il doppio, che però a poco a poco portò gli alunni al suo pensiero, in cui criticava anche la fenomenologia dello stesso Husserl. Dunque: una curiosa triade intellettuale, anzi quadruplice – Severino, Heidegger, Husserl e santa Edith Stein, vittima della Shoah – e una bella occasione di replica amichevole che arricchisce tutti...
Ma con altra replica, ben diversa: domenica papa Francesco a Camerino, simbolo della tragedia del terremoto che ha fatto e fa ancora ogni giorno tante vittime. Presenza fatta di gesti e parole, vicinanza affettuosa e spontanea, con in diretta tv dialoghi di unicità incredibile, e soprattutto tanto dolore innocente... E allora? Allora, ieri sul "Corsera" nulla in prima. È libertà, ovviamente, ma lo è in maniera diversa anche il fatto che lì di tutta la giornata – del Papa, gesti e parole sue e delle vittime del terremoto –, simbolo di tante altre in altri luoghi di tanta Italia, trovo solo una foto e 26 righette a p.26, mentre l'intera p.5 annuncia nel titolone che «La pace nel Pd è già finita». Libera stampa in libera pagina, ovviamente, ma il parallelo fa una certa impressione...
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