martedì 25 aprile 2006
"L'Italia è democratica, sì, ma nelle Gazzette Ufficiali ci sono ancora leggi razziali e pena di morte"". In pagina questo giudizio farebbe saltare sulla sedia, perché pena di morte e leggi razziali sono abolite da 60 anni! Ma sabato sul "Corsera" ad un lettore che parlava del libro "Dei delitti e delle pene" messo all'Indice dalla Chiesa cattolica, Sergio Romano replica solenne: è così, e anzi "il libro di Cesare Beccaria è ancora iscritto alla pagina 43 dell''Index librorum prohibitorum' di Pio XII stampato nel 1958 dalla Tipografia poliglotta Vaticana"! Non sa, l'illustre autore, che quell'"Index" fu abolito da Paolo VI una quarantina di anni fa? Un'inezia: come rimproverare oggi a Berlusconi o a Prodi pena di morte e leggi razziali. Disinvoltura solenne e di classe. Un po' più in basso anche in altre pagine. "Libero" p. es domenica, prima pagina, prendeva allegramente in giro politici e dirigenti italiani che magari pregano, ricordando che a Roma anche i politici Dc andavano a Messa "tra il clangor di turabolo"" Passi quel "clangor" esibizionista, ma il "turabolo" che è? Se vale "turibolo" confessa colpevole estraneità: eppur ne scrivo! Idem anche ieri "La Stampa", in Cultura - due parole, ma anche una sola - peana di Domenico Quirico per l'"ateologo" francese Onfray incantato dai "fracassatori" odierni di Parigi e sdegnoso con Voltaire e altri mollaccioni illuministi: ridicoli, "credevano ancora in Dio"! Dama ("Sole24Ore") con Odifreddi, che deride il "grande logico" Kurt Goedel: voleva provare addirittura che Dio esiste. Stupidotto! Non gli bastano Onfray e Odifreddi?
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