mercoledì 17 maggio 2006
Ieri "Corsera" (intera p. 5) "alcuni passi salienti" del discorso inaugurale del presidente Giorgio Napolitano. Con titoletto "Stato e Chiesa" e 12 righe e mezzo: ma 6 di esse non c'entrano niente, trattando dello Stato e dei suoi rapporti con le regioni e nelle altre 6 si parla del "laico disegno" dei rapporti reciproci. Quali? Come? Buio. Il "Corsera" omette tutto il lungo passo - 23 righe su "Avvenire" e citato in tutta evidenza sotto lo stesso titoletto, "Stato e Chiesa", anche da "Repubblica" (p. 4) - dove si afferma: "come rappresentante dell'unità nazionale, raccolgo il riferimento ben presente nel messaggio augurale indirizzatomi dal Pontefice Benedetto XVI al quale rivolgo il mio deferente ringraziamento e saluto: raccolgo il riferimento ai valori umani e cristiani che sono patrimonio del popolo italiano, ben sapendo quale sia stato il profondo rapporto storico tra la cristianità e il farsi dell'Europa. E ne traggo la convinzione che debba laicamente riconoscersi la dimensione sociale e pubblica del fatto religioso, e svilupparsi concretamente la collaborazione tra Stato e Chiesa cattolica in molteplici campi in nome del bene comune". Il passaggio è impegnativo, e tocca due problemi da tempo di bruciante attualità in pagina: quello delle radici cristiane dell'Europa e quello della dimensione "pubblica" e "sociale" del fatto religioso, che quindi nessuno può confinare nel privato. Sui due temi, si sa, la polemica che si dice "laica", ma è solo "laicista" e anticattolica, è ben viva. Il "Corsera" omette. Scelta casuale - mannaggia la fretta! - o voluta per" scantonare? Se pensi male fai proprio peccato?
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