sabato 10 ottobre 2020
Un milione e 340mila aziende, pari al 22% del totale delle attività imprenditoriali del nostro Paese, in rapida crescita soprattutto nel Mezzogiorno. È la fotografia-flash dell'imprenditoria femminile in Italia, scattata dal Rapporto 2020 di Unioncamere. Si tratta di un fenomeno molto più rilevante di quanto comunemente si creda. Interessante non tanto in una semplicistica ottica di "genere", quanto per il fatto che le caratteristiche distintive dell'impresa rosa potrebbero accelerare la transizione del sistema imprenditoriale italiano verso due frontiere strategiche: il rafforzamento del sistema imprenditoriale a Sud e lo sviluppo della sostenibilità d'impresa.
Negli ultimi 5 anni, le imprese guidate da donne sono aumentate ad un ritmo molto più intenso di quelle a conduzione maschile: +2,9% contro +0,3%. In valori assoluti l'aumento delle imprese femminili è stato più del triplo rispetto a quello delle imprese maschili: +38.080 contro +12.704. Un quadro di straordinaria vitalità, modificato in parte dal lockdown che ha colpito più duramente l'imprenditoria femminile: tra aprile e giugno 2020, infatti, le iscrizioni di nuove aziende guidate da donne sono oltre 10mila in meno rispetto allo stesso trimestre del 2019 (in calo del 42,3%, rispetto al 35,2% delle attività maschili).
Ma sorprende e fa riflettere una peculiarità dell'imprenditoria femminile, svelata dai dati di Unioncamere: la sua crescita molto forte nei territori del Mezzogiorno. Nella classifica territoriale della presenza di imprese guidate da donne (in rapporto al totale delle imprese), si collocano infatti ai primi posti tre regioni meridionali: Molise, Basilicata e Abruzzo. Non è un caso. Fare impresa sta diventando la risposta concreta di molte donne meridionali alla carenza di opportunità di lavoro, nel mondo privato e in quello pubblico, e l'unica seria alternativa alla fuga dalla propria terra. Meno sorprendente ma altrettanto preziosa è un'altra caratteristica distintiva delle giovani imprese create da donne: sono più attente sia alla tutela dell'ambiente esterno - in virtù di una maggiore consapevolezza della responsabilità sociale d'impresa - sia all'ambiente di lavoro interno, in particolare allo sviluppo del welfare aziendale, alla salute e al benessere dei propri lavoratori, alla diffusione della possibilità di lavorare in smart working.
L'imprenditoria femminile rappresenta un patrimonio prezioso, che potrebbe diventare una delle chiavi di riscatto delle aree più depresse del Paese. Dobbiamo esserne più consapevoli e non stancarci mai di raccontare i "modelli" di successo di imprenditoria femminile, perché diventino esempi di intraprendenza e di coraggio per tutte le giovani donne che rischiano di sprecare il loro talento.
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@FFDelzio
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