venerdì 2 settembre 2011
Credono di prenderci in giro. Dico dei presidenti di A, ormai ridimensionati a Padroncini del Vaporetto, neppur degni di essere presi a pesci in faccia come certi loro illustri antenati degli anni Cinquanta che Onesti definì "ricchi scemi". Banda di miserelli coi quali Michel Platini vorrebbe addirittura intavolare un discorso sul fair play finanziario che quando diventerà norma molti saranno già falliti. Credono di prenderci in giro raccontando panzane sui loro "nemici" - i calciatori - che invece trattano come figli, anzi meglio, riempiendogli le tasche di milioni in cambio di poche pedate e di infedeltà sicura: capirei se li chiamassero traditori, gli Eto'o che fuggendo in Daghistan per la golden rush si trasformano in gladiatori, o peggio in buffoni alla corte dell'ultimo tiranno arricchito che vuole stupire col pallone i cortigiani dell'ultim'ora. E invece li rimpiangono. Hanno pianto sullo sciopero che hanno provocato - i Padroncini - lamentando l'avidità dei piedi d'oro e le sovrabbondanti "rose" agli ordini di sempre più insignificanti "mister"; poi, nel giro di poche ore, mentre calava il sipario sull'indecoroso calciomercato, han portato a casa una novantina di Promesse & Bufale, con rare certezze, metà delle quali provenienti da praterie esotiche o da metropoli che ne hanno già divorato entusiasmi e spirito di sacrificio. Come Maurito Zarate, che appena ha smesso di soffrire - come tanti giovanotti argentini che scappano da un Paese disperato per trovar fortuna in Italia, più che mai il paese di Bengodi - ha dimenticato le virtù fascinose di prestipedatore da salotto per farsi lamentoso quanto ingombrante peso da panchina e da titolotti di prima pagina. E va bene così, come Gago, Pjanic e Kjaer che, insieme a Osvaldo, vanno alla corte dell'Anonimo Asturiano Luis Enrique Martinez Garcia che ha già due nomi di troppo e accumula pedatori (e debiti) come la Juve, come il Napoli, saccheggiando il repertorio mondiale dei Carneadi e completando il quadro più confuso del calcio italiano da vent'anni a questa parte. Adesso avete capito perché molti Padroncini non hanno voluto che il campionato cominciasse: dovevano completare l'opera; non solo: quelli che non ci sono riusciti stanno già trattando i futuri ingaggi di gennaio. L'Associazione Calciatori abbozza, è un sindacato unico, monolitico, ma è escluso dalla trattativa più importante, quella tecnica, e s'adatta alle definizioni dei procuratori i quali, pur di vendere, offrono un attaccante spacciandolo per difensore, o viceversa, come tempo fa successe con Cafu, che per fortuna era bravo e onesto e fece sempre al meglio quel che gli si chiedeva. Ridendo in automatico. Anche quando aveva voglia di piangere. Non solo non sono scioperati, i nostri bravi ragazzi, ma non contano un bel nulla, escluso Ibrahimovic che è un importante e ricco imprenditore con il vizio del gioco. Del pallone. Contano nulla, come i loro allenatori che - parole dei "leghisti" - aspettano ordini dall'alto per fare figli e figliastri, allenamenti differenziati e via così. Ma hanno un vantaggio: sono parte integrante del capitale sociale, a volte l'unico capitale che qualcuno - s'è visto - potrebbe anche pignorare. Mentre agli allenatori - vedi il Padroncino Zamparini con l'onesto Pioli - gli dai un calcio e via. Nota tecnica: si riempiono la bocca di Barça e di Guardiola, poi fanno squadre che per assemblarle e dargli automatismi decenti ci vogliono due anni. Buon panettone a tutti..
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