mercoledì 10 luglio 2013
Francesco a Lampedusa: “miele” tutt'altro che dolce, ma ieri tutti appesi lì. Proprio a sproposito però questo rimprovero (“Foglio”, p. 1): «Caro Francesco, hai fatto un errore. La globalizzazione è alla radice della speranza». Vero. Infatti Francesco non respinge «la globalizzazione» come tale, ma quella «dell'indifferenza». Eppure sempre lì (p. 3) leggi che «a Lampedusa la penitenza del Papa squilla chiara e forte». Per far polemica si può anche far finta di non capire, ma è un peccato di intelligenza! Meglio – sempre “Foglio”, p. 2: “Il dito sulla piaga” – Luigi Manconi sulla «compassione per i dolori degli ultimi», e peggio di tutto lì sotto – “Contrordine fratelli” – lo scandalo di chi rimprovera al Papa l'augurio che «il Ramadam possa produrre abbondanti frutti spirituali». Manca l'Abc non solo del Concilio, ma del Vangelo! Tutti a succhiare quel miele, dunque, e Franco Cardini è un missile a testata multipla. Sul “Resto del Carlino”(pp. 1 e 4: «Legni, croci e battaglie») spiega il senso simbolico di presenza e parole del Papa; sul “Secolo XIX”(pp. 1, 2 e 3, «Noi, figli di Caino, alla rivoluzione») segnala proprio quella che per lui è «la rivoluzione» di Francesco, e che ha già cominciato a farsi vedere come promessa e infine sul “Manifesto” (pp. 1 e 9: «L'Apocalisse delle periferie») descrive «il sapore apocalittico» delle scelte con cui Francesco «traduce gioia e coraggio» nel suo annuncio “liberatorio” rispetto ad ogni idolatria mondana, e scrive che probabilmente lo ripeterà tra pochi giorni davanti ai «giovani del suo continente sudamericano». Anche lì, in modo diverso, risuonerà l'interrogativo di Lampedusa: «Chi ha pianto, oggi, nel mondo?» Ma seguirà, «chiaro e forte», l'annuncio di una mano – quella mano “trafitta” – che «asciugherà le lacrime» di tutti gli innocenti. Questa è – appunto – «la speranza» che non delude.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI