giovedì 26 maggio 2016
Lampade ad energia solare a basso costo costruite da rifugiati iracheni a Milano: un'occasione di lavoro, ma anche il sogno di inviarle ai profughi in Siria, Libano e Turchia. L'idea nasce dai contatti tra gli europei che in differenti Stati stanno aiutando i profughi. Accanto all'Europa dei muri, infatti, c'è anche quella dell'accoglienza. Altrettanto "vera", innovativa e creativa. Racconta Susy Iovieno di Soserm (Sos Emergenza Rifugiati Milano) che dal 2014 anima i volontari a favore dei profughi: «Ci ha contattato il giovane imprenditore indiano Govinda Upadhyay, residente a Losanna e vincitore di un premio sull'energia sostenibile, proponendoci di sperimentare una tecnica usata nelle zone rurali dell'India». La scorsa settimana, una decina di curdi iracheni, ospiti di un centro d'accoglienza, si è riunita per il primo laboratorio. Per l'occasione, Govinda è arrivato dalla città svizzera, mentre i volontari hanno acquistato i led che servono ad alimentare il congegno. Sono state realizzate tredici lampade con barattoli di varie dimensioni, bottiglie di vetro e altri materiali di riciclo. «I rifugiati – spiega Susy – erano molto contenti perché hanno avuto una giornata piena e attiva». Invece, nei centri, spesso il tempo fatica a passare, "riempito" da ore vuote, in attesa di non si sa bene cosa, e pertanto spossanti. Questa settimana si replica il laboratorio e soprattutto s'inaugura la vendita ai milanesi. «Vorremmo aumentare la produzione – conclude la volontaria – con l'obiettivo di sperimentare una spedizione nei campi dove i profughi si illuminano con le candele».
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