mercoledì 17 ottobre 2018
Il grande scrittore argentino Jorge Luis Borges sosteneva che «ogni persona che passa nella nostra vita lascia sempre un po' di sé e si porta via un po' di noi». Parole scritte oltre mezzo secolo fa, ma che oggi sembrano ispirare la storia di accoglienza di un suo connazionale: Ruben Leandro Grueira. La vicenda si svolge nel piccolo centro di Lamoli, 92 abitanti sull'Appennino pesarese. È qui che Leandro approda quasi vent'anni fa. «Avevo lasciato Buenos Aires a causa di problemi familiari – racconta – ed ero alla ricerca di me stesso». A Lamoli vive un'autentica rinascita; non solo trova lavoro ma viene come adottato dai lamolesi, grazie ai quali riscopre il valore della famiglia. Nel 2003 è pronto per tornare a Buenos Aires.
Passano gli anni ma non l'amicizia. Leandro nel frattempo si sposa e nel maggio scorso in Argentina nasce il suo primo figlio. Domenica 14 ottobre il piccolo viene battezzato con il nome di Lamoli perché, come diceva Borges, la vita porta con sé la storia di tante persone. «È l'unico bimbo al mondo a chiamarsi così – spiega Leandro – perché io e mia moglie Celmi volevamo ringraziare uno per uno tutti gli abitanti di questo luogo del cuore». E a proposito di "luoghi del cuore", oggi quei 92 abitanti, sostenuti anche dal piccolo Lamoli Grueira, stanno scrivendo un'altra storia di rinascita con l'obiettivo di scalare la classifica nazionale del Fai (Fondo ambiente italiano) e restaurare il tetto della splendida abbazia benedettina del IX secolo intitolata a S. Michele Arcangelo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI