domenica 25 agosto 2019
In principio era uno dei tanti beni in mano ai potenti clan lametini, ora è un Ostello della carità che accoglie al piano terra un'area ad uso sociale con tre stanze e sedici posti letto, una cucina in comune attrezzata con stoviglie e tutto il necessario, un ripostiglio e un refettorio con venti posti, tre bagni tra cui uno utilizzabile dai diversamente abili. Il piano superiore è invece dedicato a un progetto di accoglienza diffusa per i cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. Attualmente sono sei ma l'obiettivo è fare salire il numero a diciotto. All'esterno, un'ampia area verde con alberi da frutto, piante di ulivo, un piccolo orto e un ampio cortile. Oltre a quattro fabbricati da trasformare in depositi ed eventuali laboratori per le attività che verranno. Lo ha realizzato due anni fa la Caritas diocesana di Lamezia Terme, diretta da don Franco De Cicco, nell'ambito del progetto "Costruire speranza 2", ed è una scommessa quotidiana sinora sempre vinta. Anche perché l'ostello ambisce a diventare un punto di riferimento, un luogo d'incontro, animazione e aggregazione per le realtà del territorio, un'area di condivisione per esperienze di volontariato, un angolo di conoscenza e riflessione oltre che contaminazione. Aperto a tutti, nella scia della Chiesa in uscita tanto cara a Papa Francesco.
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