martedì 18 dicembre 2007
«Eugenio Scalfari crede veramente di essere un grande filosofo e un grande letterato». Così di recente l'ex presidente Cossiga, che non ci crede. Difficile infatti, almeno quanto «È difficile essere laici in Italia". Questo domenica il titolo del fondo su "Repubblica". Leggi e ti pare che il "laico" Scalfari non riesca " direbbe Dante " ad essere "loico". Da anni sostiene che se la Chiesa manifesta il suo pensiero su temi "misti", quelli che toccano anche lo Stato, viola il Concordato. Non è mai riuscito a dirci perché, ma ora combatte su un altro fronte. Dal "caso Binetti", infatti, ha scoperto che in Italia in tema di "laicità", così, «non si muoverà un passo». Segue perentoria la domanda alla senatrice: «In prossimità del voto sull'omofobia» lei ha parlato al telefono con il segretario della Cei. Ma «prima del voto», o «dopo il voto?» Se dopo, passi, ma se prima, è la tragedia! Come se il segretario della Cei parlasse solo con Paola Binetti e non con tutti i rappresentanti politici che lo cercano. Per Scalfari l'Italia è sospesa: «questo non è un caso privato». A te pare un'allucinazione. Infatti chi c'era, in Senato: la Binetti e gli altri parlamentari o il vescovo? Qualcuno vuol mettere "braghe" laiche ai telefoni! E il bello è che Scalfari , nel pezzo, bacchetta anche Pigi Battista, vicedirettore del "Corsera": ha osato criticare una proposta di "Repubblica" su legge elettorale ed alleanze, e questo è " scrive " un «processo alle intenzioni" basato su supposizioni». Eppure tutta la polemica sulla telefonata " prima o dopo fa lo stesso " era solo un processo alle intenzioni. Per qualche "laico" è tanto difficile essere anche "loico".
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