giovedì 7 maggio 2009
«Fra tante interpreta-zioni già pronte, bisognerebbe almeno includere quella del Papa»: "Il Foglio" ieri (p. 3) sul Papa che va in Terrasanta. Peccato però che subito dopo, anche lì si legga un'«interpretazione già pronta», per cui «il Papa in Terrasanta dovrà riconquistare i cristiani del posto». Prontissima, però, preventiva più di ogni altra e anche contraddittoria, quella di Politi lunedì su "Repubblica" (p. 17). Titolo: «"Preghiamo per i palestinesi": dal Papa un segnale a Israele (sic! Ndr)». Il testo cuce due parti delle parole del Papa, una in italiano prima dell'Angelus, l'altra in inglese dopo, e perciò pare che il Papa chieda preghiere per i palestinesi, ma non per gli altri abitanti di Israele. E il sommario la butta in politica, «Da venerdì in Terrasanta per sostenere la soluzione dei "due Stati"», col testo che aggiunge: «così il Papa fa capire al governo di destra in Israele che il Vaticano respinge la posizione del ministro degli Esteri Lieberman, arrivato tra le polemiche ieri sera a Roma"». Dunque 100 righe «politiche», che cambiano senso a due testi, montandoli insieme. Eccoli, in realtà, separati. In italiano e prima dell'Angelus: «con la mia visita mi propongo di incoraggiare i cristiani di Terrasanta». In inglese, e dopo l'Angelus: «Vi prego di pregare con me per i popoli sofferenti della regione, in particolare ricordatevi del popolo Palestinese, che ha sopportato difficoltà e sofferenze». Lettura preventiva tutta politica! E tu ricordi che loro scrivono sempre che la Chiesa non deve fare politica. Fieramente «laici»: ma se fa comodo, pur di fraintendere, pronti a tutto"
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