sabato 8 dicembre 2007
Ieri ("Repubblica", p. 46) G. E. Rusconi contesta la Chiesa che parla in cose pubbliche e la coscienza di chi sceglie in armonia con essa, ma poi scrive che è «semplice realtà che i laici in Italia sono una minoranza» e sulla "Stampa"(p. 46) Marco Revelli critica il Pd che oggi «verso il Vaticano mostra lo stesso iperrealismo» che fu «il peccato di Togliatti»! Infine su "Liberazione"(p. 5) " "Undici tesi contro Habermas" " Flores d'Arcais fustiga l'«illuminista ateo-materialista», ora traditore che dialoga persino con Joseph Ratzinger! Sì: sanno che in Italia la Chiesa pesa, per cultura che viene dalla storia e parecchio anche per fede " è "semplice realtà" " ma in nome del "pensiero laico" pretenderebbero che Chiesa e coscienze cattoliche rimanessero nel privato, al massimo in sagrestia, e su cose pubbliche tacessero, bacchettando in nome della loro "libertà laica" ogni libertà diversa. Beh! In realtà si vogliono male e da 50 anni " salvo eccezioni" eccezionali ", vanno sempre a sbattere contro il realissimo muro dei fatti. Protestano, loro, se il Papa scrive sulla speranza «anche in nome della ragione» e la stoccata finale di Rusconi è che però «anch'esso arriva alla critica contro la scienza». "La" scienza? Sono loro! Per caso proprio ieri "Avvenire" ha l'intera p. 14 sui Figli dell'Immacolata, oggi all'avanguardia mondiale della ricerca biomedica. Non basta: per caso l'altra sera Benigni ha cantato da par suo, con Dante, Trinità, vita eterna, Spirito santo e infine Maria, «Vergine madre, figlia del tuo Figlio», sbancando di nuovo l'Auditel. Siamo in Italia, e Togliatti lo aveva capito. È un torto?
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