martedì 19 luglio 2022
Nel 1995, all'età di 17 anni, assiste al massacro di almeno duecento persone e allo stupro di varie donne a opera dei ribelli di Charles Taylor. Siamo in Liberia, nella cittadina di Greenville. Revival, chiamato così per la sua affiliazione a una Chiesa pentecostale, non ha dimenticato quella scena. Si salva, fa un voto a Dio e fugge lungo il fiume con una piroga. Cammina, malgrado la poliomielite che gli intorpidisce una gamba, e trova un rifugio in Costa d'Avorio. Ci sono guerre che non finiscono mai e questo Revival l'ha vissuto nella sua carne. A Niamey è in attesa di una somma di denaro che gli permetta di continuare fino in Ghana. Da lì partirebbe poi alla volta degli Usa, per raggiungere la sorella. Già, sua sorella minore, come molte altre migliaia di liberiani, si trova in America e vorrebbe che suo fratello la raggiungesse. Revival, insegnante di storia e letteratura nel suo Paese e studente universitario, è dovuto scappare perché, essendo dello stesso etnia del defunto presidente Samuel Doe, temeva per la sua vita. È ospite, per un certo tempo, in un campo per rifugiati in Costa d'Avorio. Nella circostanza, ha una figlia di nome Grace che vive adesso in Liberia. Ricorda che lei ha compiuto 24 anni ed è già madre di un bimbo di cui Revival mostra con fierezza la foto nel cellulare. In Liberia non si sente più a casa sua e decide di ripartire. Raggiunge il Senegal nel 2019 e si associa a un venditore di auto usate per oltre un anno. In Marocco svolge la medesima attività finché riceve l'invito da sua sorella che gli consiglia di andare in Ghana, da dove potrebbe partire. Attraversa l'Algeria e i suoi soldi finiscono a Niamey, dove spera di entrare in possesso della somma promessa dalla sorella minore, sposata negli Usa. L'unico freno al sogno americano è il pensiero dei suoi due figli in Liberia, di cui uno ha giusto sei anni. Gli spiacerebbe lasciarlo crescere senza padre e senza madre. In più sente la nostalgia di sua figlia e del nipote non ancora conosciuto. Assicura di possedere un terreno a Monrovia, non lontano dallo stadio. Confessa con pudore che il voto fatto, mentre da bambino si salvava dal massacro, è quello di costruire proprio lì un tempio per il Signore.
Niamey, luglio 2022
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