giovedì 24 maggio 2018
Siamo convinti che gli studenti dei nostri Paesi occidentali non possano assolutamente in nessun modo formarsi a una vera cultura umanistica, se non imparano il latino (magari anche il greco!) in misura tale da possederlo pienamente. Ci pare infatti che siano imbottiti di false opinioni quelli che ritengono che i giovani nelle scuole possano esser condotti alla cultura storicamente tramandata ignorando completamente quelle lingue, che possono esser ritenute come le chiavi dei forzieri tramandati a noi dagli antichi.
Ma è evidente che in molte scuole d'Europa, fra le quali son da annoverarsi anche i nostri licei, spessissimo gli studenti concepiscono un implacabile odio nei confronti della lingua latina e greca, e non ardano certo dal desiderio di studiare la letteratura e la cultura degli antichi. La qual cosa da un lato deve ritenersi una vergogna delle nostre scuole, dall'altra demoralizza a tal punto le attese e la fiducia degl'insegnanti, che la loro speranza s'affievolisce del tutto e svanisce.
Non hanno più speranza di poter insegnare agli allievi affidati loro la lingua e la letteratura in una maniera così efficace che non solo possano senza nessuna difficoltà, ma anche con qualche interesse e divertimento, leggere le opere degli antichi e vogliano capirle per progredire al cuore della loro dottrina
Tuttavia, siccome il piacere di imparare dipende dalla volontà, la quale ovviamente non può essere forzata, bisogna agire in maniera tale che gli studenti vogliano davvero, desiderino fortemente imparare il latino e il greco.
Ma questo non avverrà mai se non attraverso progressi saldi e costanti, che permettano loro di capire che questo scopo si può raggiungere con successo: cioè che sentano di potersi avvicinare sempre di più e con minori difficoltà ai testi greci e latini e alla dottrina dei nostri antenati.
Sarebbe lungo dimostrare che questo fine e questa meta si possano facilmente raggiungere se soltanto si trasformassero profondamente le vie e i metodi d'insegnamento solitamente adoperati. Comunque sia, dal momento che si tratta di una meta raggiungibile, sembrerebbe opportuno darci alla causa con tutte le nostre forze e non permetterci di allontanarci. Si possono dunque insegnare il greco e il latino in modo che gli studenti diventino capaci di leggere i testi degli autori in tempi abbastanza brevi. Cosa che, se si riuscisse a fare, negli animi degli allievi farebbe nascere una passione verso la letteratura invece di quel solito fastidio; e, finalmente, i licei non si vedrebbero più minacciati da quelle turbe furiose che urlano ed abbaiano per la loro abolizione come alcuni aspiranti al potere hanno proposto di recente in maniera temeraria e sprovveduta.
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