mercoledì 18 novembre 2020
Non so perché solo adesso mi sia capitato tra le mani il libro di Barbara Minniti, Miss Marx. La figlia del Capitale, che è del 2016 (Oltre Edizioni, pagine 170, euro 14,00), ma sono contento di averlo letto. Sarà per il sottotitolo che fa il verso a La figlia del capitano di Puškin (1836) e all'opera buffa di Donizetti, La figlia del reggimento (1840), o per aver trovato, ad apertura di pagina, un'osservazione disinvolta come «Il Capitale, uno di quei libri che molti dicono di aver letto, insieme a quelli di Umberto Eco, alla Recherche e all'Ulisse di Joyce, ma di cui al massimo si ha una vaga infarinatura dovuta agli studi liceali o a letture di bignamini e compendi»… fatto sta che m'è venuta voglia di leggere questa biografia della terza figlia, la minore, di Karl Marx. Nonostante la bibliografia in fondo al volume, di Eleanor Marx, detta Tussy, non si sa moltissimo, per cui Barbara Minniti ha dovuto soffermarsi parecchio sul di lei amatissimo e ingombrante genitore, sui contributi filosofici e finanziari dello "zio" Friedrich Engels, sulle vicende del nascente comunismo o socialismo internazionale, caratterizzato da rivalità, baruffe e permali fin da subito, talché l'autrice stessa si pone la domanda: «Ok, direte voi, ma che c'entra tutto questo con la piccola Tussy?». C'entra perché, fin da bambina, Eleanor si trovò in mezzo alla stravagante compagnia di leader internazionalisti impegnati a cambiare il mondo attraverso interminabili logomachie. Un capitolo è dedicato a Freddy, nato nel 1885, figlio illegittimo della Lenchen, domestica di Marx, al tempo in cui anche Engels frequentava le due stanzette della famiglia Marx a Soho. Il ragazzo fu adottato da Engels, il quale però, in punto di morte, avrebbe confessato che Freddy era figlio non suo, ma dell'amico Marx. Il condizionale è d'obbligo perché della vicenda si seppe molti anni dopo da una lettera di Louise Freyberger, ultima collaboratrice (non domestica) di Engels. Quella lettera è l'unica fonte dell'affaire, ma Tussy considerò Freddy, che nel 1895 presenziò al funerale di Engels, come un fratellastro, al quale scrisse molte lettere confidenziali. Eleanor aveva ventinove anni nel 1884 quando andò a convivere con il trentacinquenne Edward Aveling, separato dalla moglie, guardato con sospetto dai socialisti ortodossi che lo tenevano ai margini, fondatore con Eleanor e William Morris di una "Socialist League". Nel 1886 Eleanor e Edward fecero un lungo viaggio di propaganda politica negli Stati Uniti, accolti trionfalmente dai socialisti di laggiù. Vi ritornarono nel 1888 per promuovere testi teatrali dello stesso Aveling, ma con molto minore successo. Eleanor aveva interessi culturali e teatrali: fece conoscere le opere di Ibsen, e tradusse in inglese Madame Bovary. Il 31 marzo 1898, Eleanor ricevette una lettera che la sconvolse. Forse Aveling la informava di essersi sposato clandestinamente con un'attricetta. Era troppo, e poche ore dopo si suicidò con un veleno per cani. Aveva 43 anni. Tredici anni dopo, sua sorella Laura e il marito Paul Lafargue, che vivevano a Parigi, si suicidarono con una fiala di cianuro. Cala il sipario sulla storia della famiglia Marx, intrecciata di politica, amori, tradimenti e dolori, dolori.
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