La speranza dell’ultimo momento apre il cuore alla gioia infinita di Dio
sabato 25 marzo 2023
La storia di san Dismas, il buon ladrone, ci consola e rinfranca il cuore davanti alle tante fatiche della vita. Ostacoli che spesso ci fanno sentire deboli o addirittura “sbagliati”. Sul Calvario, invece, l’errore riconosciuto e la debolezza offerti ai piedi del Crocifisso diventano motivo di grazia e di speranza. E di gioia senza fine. La gioia: ecco il filo rosso che unisce l’odierna celebrazione dell’Annunciazione del Signore, evento che aprì il capitolo centrale della storia della salvezza, al ricordo riportato dal Martirologio di un “testimone dell’ultimo momento”, san Dismas, il buon ladrone, appunto. È l’icona di coloro che alzano lo sguardo a Dio nell’ultimo istante, dando voce a quella scintilla d’amore che hanno sempre avuto dentro di sé ma che hanno sempre fatto tacere. Quel «ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno» è di fatto la preghiera essenziale ma profonda, di un uomo che finalmente ha trovato la Verità. Le parole di Dismas sul Calvario sono quelle dell’umanità intera che invoca la misericordia di Dio. Quello che a tutti appare come un grido di disperazione, in realtà è quindi la manifestazione di una conversione. A questo frammento di speranza nell’ora più buia, però, fa da contraltare l’atteggiamento di Gestas, l’altro condannato, che nemmeno nel momento dell’ultimo respiro riesce ad accogliere l’infinita misericordia e l’incondizionato amore di Dio. A ognuno di noi ogni singolo giorno della nostra esistenza sta la scelta: essere fiducioso come Dismas o disperato come Gestas. Altri santi. San Procopio di Sazava, abate (975-1053); santa Lucia Filippini, vergine (1672-1732). Letture. Annunciazione del Signore. Is 7,10-14; 8,10; Sal 39; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38. Bizantino. Eb 2,11-18; Lc 1,24-38.
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