venerdì 19 ottobre 2018
Diverse statistiche dimostrano che i detenuti che concludono gli ultimi anni di pena in case di accoglienza e rieducazione, come le case-famiglia dell'Associazione Giovanni XXIII, ricadono molto meno negli stessi errori di coloro che restano fino alla fine in carcere. In base a queste esperienze e per realizzare un'opera concreta nell'Anno della Misericordia indetto da papa Francesco due anni fa, la diocesi di Forlì-Bertinoro ha aperto nella parrocchia di Malmissole, alle porte di Forlì, la Casa della Speranza. Alla recente inaugurazione il vescovo diocesano, Livio Corazza, ha spiegato: «Questa casa è tre volte segno di speranza: di una vita nuova per gli ospiti; per la piccola parrocchia e frazione di Malmissole, grande nell'accogliere; per l'intera società, perché ci fa capire il valore del perdono».
Il progetto della struttura, sostenuto da Caritas diocesana, Giovanni XXIII e parrocchie dell'Unità pastorale, guidata da don Nino Nicontra, aveva incontrato difficoltà nella sua realizzazione, comprese raccolte di firme “per spostare l'opera altrove”. Ma, grazie a incontri con popolazione e autorità locali, guidati da vescovo e parroco, i contrari hanno capito e accettato l'accoglienza a questi uomini, “cui noi vogliamo offrire una seconda possibilità”, come sottolinea il responsabile della casa, Meo Barberis. I sei ragazzi accolti sono seguiti da quattro operatori e sei volontari, fra cui il cappellano del carcere, don Enzo Zannoni, e tre volontarie che da anni operano nel carcere della città romagnola.
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