giovedì 30 agosto 2007
Torna - cronaca e film in cartellone - il problema aborto. Giusto discuterne. Non però se ("Unità", 25/8, p.21: «Vaticano, chi è senza "peccato" si arrabbia») accanto al pezzo che in tema parla del film vincitore a Cannes, Alberto Crespi senza batter ciglio scrive che «Osservatore Romano e Vaticano in realtà» hanno criticato il film non per la crudezza delle immagini e per la provocazione come tale, ma perché «il regista del film non fa mai pronunciare ai suoi personaggi la parola "chiesa" e "peccato"». Con quelle parole nessuna critica? Una vera scemenza! La cronaca poi registra l'aborto selettivo sul gemello sbagliato, e giustamente Giovanni Cocconi ("Europa", 28/8, p.1) scrive che per un degrado della coscienza «l'aborto può essere un omicidio che si fa a cuor leggero». Già: la coscienza si indebolisce"Tanto vero che stesso giorno su "Repubblica" (p.50: «Quanto è debole la coscienza») Piergiorgio Odifreddi insegna non solo che per lui, e quindi per "la scienza", la coscienza umana è poco più che niente, ma ipotizza in positivo un'evoluzione «della navicella umana» verso uno stato del tutto "automatico" e incosciente in cui - ecco - già sono gli animali, «che noi - chiosa sapiente - con infantile superbia chiamiamo inferiori». Beh! Nel testo riconosci "l'infantile superbia" e - chissa? - anche qualche preannuncio dell'evoluzione verso l'incoscienza automatica"Del resto anche "l'Unità" (28/8, tutta p.24) annuncia che «Etnìe, culture, fedi, è la violenza a unirci». Nuovi maestri? In radio - "Alto gradimento" - 30 anni orsono già si gridava: «Perché l'uomo è una bestia!». Ma allora era uno scherzo.
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