mercoledì 8 aprile 2020
Dopo un mese e più di apprensione si comincia a registrare qualche comportamento schizofrenico in alcune cabine di regia. Prendiamo l’urgenza di salvare i raccolti, che si fa incalzante con la primavera; i sindacati sono su diverse posizioni, col risultato dello stallo: Coldiretti giustamente chiede il ripristino del sistema voucher, mentre la Cgil considera una battaglia vinta il loro oblio... Così c’è chi propone di usare per il raccolto i beneficiari del reddito di cittadinanza: come se gli uomini fossero robot da spostare senza considerare le competenze. Come lo chiamiamo: schematismo assoluto o schizofrenia? Ma in stallo oggi sono pure migliaia di ristoranti che non sanno bene in quali condizioni potranno riaprire, avendo sentito sussurrare di problemi di distanze fra i tavoli e fra gli stessi commensali. E che si dice (giacché non se ne fa cenno) della spesa in contanti e del suo resto: il virus non si attacca alle monete e alle banconote? Insomma il pericolo a ben guardare è ovunque, ma guai se il dirigismo rigido della norma pensa di cavarsela spostando l’attenzione a un solo particolare, per esempio ristoranti e bar con le debite distanze. C’è poi la vendita dei beni di prima necessità, dove il dato di queste settimane è che la Gdo ha avuto un incremento del 4,3%, ma i negozi di prossimità addirittura del 33,3%. Ora, viene spontanea la domanda: chi ha pensato alla chiusura dei mercati comunali di Milano, subito riaperti, perché la gente era giustamente preoccupata di dover fare altra strada per andare in un supermercato? È stata un po’ come la riduzione delle corse della metropolitana: il risultato è di maggior assembramento... Ma in futuro come potrà il negozio di montagna continuare a competere con il discount in fondovalle? Negli anni passati Conad, che oggi sembra più alle prese con l’integrazione di Auchan che con la sua intuizione originaria, aveva affiliato molte di queste realtà, favorendo anche uno spazio di distinzione. Questa era la strada (che spero non venga abbandonata in nome del gigantismo), così come lo è l’incentivo alla creazione di gruppi che favoriscano economie di scala per le piccole realtà vitali. È una proposta che non vorremmo vedere triturata dalla rigidità di questa o quella norma, mentre la filiera resta spezzata: dai campi coi raccolti marciti ai negozi di vicinato.
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