giovedì 25 ottobre 2018
In rete si pescano anche insensatezza e furberia. Testuale: 22/10: «Si celebra l'adorato (sic!) Papa Karol Wojtyla». Adorato? Da ridere o da piangere? Altro: con la titolazione “Cristianesimo cattolico” si promette la risposta a questa domanda: «In che cosa consiste precisamente (sic!) il peccato originale». Mi capita tra mano un libro regalatomi, forse il primo tra tutti, “Secoli sul mondo”, ed. Marietti del 1957, 600 pagine fitte con dentro (pp. 61-77) G. Morelli che illustra «Paradiso terrestre e peccato originale». Sono passati 61 anni, e quel «precisamente» colto ieri al volo è di una comicità irresistibile. Sempre in rete c'è altro? Sì, e in evidente polemica con autorevoli commemorazioni attuali della Humanae Vitae di san Paolo VI a firma nota di un ecclesiastico polemico con l'oggi che legge a modo suo una “Lettera” del cardinale Wojtyla scrivendo che in essa egli «non chieda a Paolo VI di dichiarare l'infallibilità della Humanae Vitae, ma semplicemente di ribadire che essa è infallibile». Va bene? Fino a un certo punto, perché va ricordato prima di tutto che letto così l'oggetto di questa richiesta sarebbe in realtà proprio quello che Paolo VI non volle che fosse detto alla pubblicazione della sua Enciclica, incaricando in questo senso chi allora, luglio 1968, ebbe da lui il compito di presentarla al mondo. Un'insensatezza, ma carica di furbizia evidente, e nel caso ci sarebbe poco da ridere. Vero che oggi fanno clamore lamentele ecclesiastiche per carriere interrotte che diventano accuse più o meno dirette al Successore di almeno tre Santi, san Pietro, san Paolo VI e san Giovanni Paolo II. È la ragione del fatto che nel Vangelo il pescatore tira su le reti, tutte, ma poi tiene il pesce buono e scarta quello cattivo. Nel caso la predilezione per “gli scartati” non ha senso. Anzi sarebbe un non senso.
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