martedì 29 giugno 2004
Eproprio qui, ai piedi di questa stupenda policromia sistina/ si riuniscono i cardinali -/ una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno"/ La policromia sistina allora propagherà la Parola del Signore:/ Tu es Petrus - udì Simone, il figlio di Giona./ "A te consegnerò le chiavi del Regno""/ Era così nell'agosto e poi nell'ottobre,/ del memorabile anno dei due conclavi,/ e così sarà ancora, quando se ne presenterà l'esigenza/ dopo la mia morte. Come è noto, sono, questi, alcuni versi del Trittico Romano, le "meditazioni poetiche" pubblicate lo scorso anno da Giovanni Paolo II. In questa giornata dedicata alle "colonne" della Chiesa Pietro e Paolo abbiamo voluto riproporre le emozioni interiori del Papa di fronte all'affascinante e abbacinante "policromia sistina", dominata dal possente "Giudizio" michelangiolesco. E' suggestivo il duplice sguardo che viene gettato verso il passato e proiettato verso il futuro. Karol Wojtyla evoca innanzitutto il «memorabile anno dei due conclavi» dell'agosto e ottobre 1978: là, sotto il Cristo gigantesco e la tenera Vergine Madre, Giovanni Paolo II pronunziò quell'accettazione che avrebbe cambiato la sua vita e inciso profondamente in quella della Chiesa e nella stessa storia mondiale. Ma senza imbarazzo e con serenità, egli guarda anche al giorno in cui - «dopo la mia morte» - quell'affresco policromo ascolterà di nuovo le parole di Cristo che oggi il Vangelo ripropone: «Tu sei Pietro e su questa pietra"». Ciò che rimane al centro è, dunque, Cristo con la sua Chiesa che naviga attraverso i secoli, superando bufere e valicando nuovi mari. «Gesù Cristo è la via principale della Chiesa - ha scritto Giovanni Paolo II - ma è anche la via di ciascun uomo». E' così che «l'uomo diventa la prima e fondamentale via della Chiesa».
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