La «perfezione» ricercata per sé e coltivata nel cuore delle giovani
mercoledì 22 marzo 2023
Quella della vedova Lea è una storia di dedizione e di coerenza di vita, di cura e di attenzione per chi sta crescendo, di amore senza fine per un Dio il cui nome è amore. La sua vicenda è giunta fino a noi grazie a san Girolamo, che la descriveva come una «maestra di perfezione alle altre, più con l’esempio che con la parola», una donna «di un’umiltà così sincera e profonda che, dopo essere stata gran dama con molta servitù ai suoi ordini, si considerò poi come una serva». Santa Lea, quindi, ci parla di un Vangelo che è profezia nella storia, che mostra all’umanità il destino comune, soprattutto quando i tempi si fanno duri. Era, infatti, una nobile romana vissuta nel IV secolo, in un’epoca segnata dallo sbandamento di Roma e del suo impero. Era rimasta vedova in giovane età e rifiutò di risposarsi con un personaggio illustre, Vezzio Agorio Pretestato. Decise, invece, di entrare nella comunità femminile creata da un’altra nobile, Marcella, sull’Aventino, dove si viveva quasi un’esperienza monastica fatta di preghiera, studio delle Scritture, povertà e castità. A farci conoscere le doti spirituali di santa Lea, come detto, è san Girolamo, che aveva ricevuto una lettera da Marcella in cui la “superiora” esprimeva piena fiducia per la vedova, a cui aveva affidato il compito di formare le giovani “novizie”. Lea morì nell’anno 384 e fu sepolta a Ostia. Altri santi. San Benvenuto Scotivoli, vescovo (XIII sec.); beato Francesco Luigi Chartier, sacerdote e martire (1762-1794). Letture. Romano. Is 49,8-15; Sal 144; Gv 5,17-30. Ambrosiano. Gen 28,10-22; Sal 118 (119),105-112; Pr 24,11-12; Mt 7,13-20. Bizantino. Gen 22,1-18; Pr 15,20-16,9. t.me/santoavvenire
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